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2Dark – Recensione

1 Troppo oscuro

Già il titolo “2Dark” si apre a tantissime chiavi di lettura. Il primo pezzo, ovviamente rimanda al 2D, le due dimensioni nelle quali il gioco si muove.

Letto nel suo complesso, invece, è un palese gioco di parole che richiama “Too Dark” – troppo buio, in italiano. Quel “Dark”, tra l’altro, non può far altro che farci tornare alla mente un altro caposaldo dell’horror d’altri tempi, ovvero Alone in the Dark. E, per quanto assurdo possa sembrarvi, non è affatto una coincidenza.

2Dark è infatti il disgustoso parto – in senso positivo, ovviamente – di Frederick Raynal, che già in passato dipinse le gesta dell’intramontabile investigatore Edward Carnby. Raynal salta ancora nel campo dell’horror – stavolta, coadiuvato da un team completamente indipendente – e, abbandonando il campo dell’occulto, mette in scena un’intricata vicenda capace di comprendere detective decaduti, bambini rapiti, mogli sgozzate, pagliacci assassini, cannibali insaziabili e tanto, tantissimo altro ancora.

2Dark riesce nell’ardua impresa di ricordarci come, più che dai fantasmi e dai mostri, dovremmo guardarci le spalle dagli esseri umani. Quella di Raynal è una vicenda cupa e rivoltante – a tratti, fin troppo – che va a martellare sulle infinite problematiche insite alla follia umana e su tutti quegli shock che, a lungo andare, trasformano docili bambini in killer psicopatici. Parliamo di uno sceneggiato stracolmo di personaggi mentalmente instabili, protagonista compreso, tutti piombati in un oscuro vortice di sangue e vendetta per le motivazioni più disparate – e con cui, incredibilmente, si può persino finire per empatizzare.

2Dark riesce nell’ardua impresa di ricordarci come, più che dai fantasmi e dai mostri, dovremmo guardarci le spalle dagli esseri umani.

2 Fantasmi

A neanche due minuti dal New Game, infatti, il nostro Smith si ritrova con una moglie assassinata e due figli rapiti da loschi figuri; nonostante fosse un poliziotto, non è mai riuscito a trovare i colpevoli né a scovare la ragione di quell’atto scellerato.

Sette anni dopo, si ritrova a vivere in una casa enorme ma inquietantemente vuota. Foto della sua famiglia popolano ancora le pareti, ma spazzatura e bollette non pagate stanno prendendo il sopravvento. Qui, l’investigatore si è costruito una stanza segreta che spera di riempire con gli effetti personali – cogliete l’antifona – delle persone che gli hanno rovinato la vita.

In tutto questo tempo, ha conservato annunci e ritagli di giornali riguardanti assassini e malavitosi della zona, nella speranza di riuscire prima o poi a ritrovare la pista perduta da anni. Incredibile ma vero, nuovi casi di bambini scomparsi diventano per lui una manna dal cielo: non solo ha ora la possibilità di aiutare i bisognosi, ma persino di sperare che l’indagine lo riporti dritto dai suoi figli.

Un incipit che, per quanto stereotipato, acchiappa fin da subito. Quello che però inizia come un classico noir con detective depresso e dipendente da nicotina, si trasforma presto in un caso sorprendentemente crudo e dagli infiniti colpi di scena. A tal proposito, è davvero un peccato che gli sviluppatori non abbiano steso la sceneggiatura su una tela più accattivante: già solo affidarsi a delle sequenze animate statiche, piuttosto che a completamente anonimi dialoghi in-game, avrebbe di certo aiutato.

Nonostante uno stile grafico (volutamente) grezzo, riesce comunque a trasmettere alla grande la violenza visiva di cui si fa spesso carico; una violenza visiva che, precisiamolo fin da subito, potrebbe anche risultare indigesta ai più. Dopotutto, parliamo di maltrattamenti indicibili ad animali e, soprattutto, bambini; sevizie inanerrabili che, ovviamente, non vogliamo in alcun modo anticiparvi per non rovinarvi la (terribile) sorpresa. Se iniziate 2Dark, però, farete bene a prepararvi psicologicamente a uno dei titoli più crudeli e disgustosi dell’intera storia videoludica.

Nonostante uno stile grafico (volutamente) grezzo, riesce comunque a trasmettere alla grande la violenza visiva di cui si fa spesso carico; una violenza visiva che, precisiamolo fin da subito, potrebbe anche risultare indigesta ai più.

3 Libertà

Il gioco in sé, dovessimo riassumerlo in poche parole, appare quasi come un figlio illegittimo di Hotline Miami e Hitman. La telecamera isometrica ci regala una grande panoramica, per quanto parziale, dell’ambiente che ci circonda, mentre il doverci infiltrare in luoghi pubblici – ma tutt’altro che civilizzati – non può far altro che farci tornare alla mente le vicissitudini dell’Agente 47. Il titolo si presenta come uno stealth puro, capace di punire duramente chiunque si approcci al nemico senza un piano ben studiato. Le munizioni sono poche, le cure mediche completamente assenti: memorizzare a menadito le ronde avversarie, tutt’altro che scontate, diventa presto la regola, così come anche mimetizzarsi al meglio o provare a spacciarsi per uno dei loro.

La libertà d’azione ha dell’incredibile e, seppur non parliamo di un gioco lunghissimo, siamo indubbiamente di fronte a qualcosa di infinitamente rigiocabile. Le tecniche d’infiltrazione sono molteplici e il realismo quasi morboso dei vari metodi d’aggiramento ci ha sorpresi in più di un’occasione; acquattarsi nell’ombra ci renderà completamente invisibili, ma un semplice interruttore o una lanterna imbracciata dalla persona sbagliata possono farci saltare la copertura da un momento all’altro.

Un solo allarme e, nella stragrande maggioranza dei casi, è Game Over automatico.

2Dark è quindi un prodotto indirizzato esclusivamente ai giocatori più pazienti, a tutti coloro che sono capaci di starsene tranquilli in un angolo a studiare la zona circostante e i comportamenti di chi la popola. I nemici, in tal merito, sono sorprendentemente caratterizzati: ognuno di loro ha una mentalità e un ruolo precisi nell’economia del gioco. Non esistono i classici scagnozzi clonati tra loro, ma il mercenario che ama il proprio fisico ma ha qualche problema con l’alcol, il domatore di leoni che mai si aspetterebbe un tradimento dai propri animaletti preferiti, la cameriera che pulisce in giro ma che odia i suoi padroni e così via. Incredibile anche l’enorme mole di interazioni tra loro; interazioni che, spesso, ci regalano persino indizi sul come poterli aggirare più facilmente.

Il titolo può essere infatti completato senza mietere neanche una vittima – per quanto molti di loro, in realtà, meritino questo e altro – ed è proprio aguzzando l’ingegno e cercando tutti i metodi d’aggiramento che spunta fuori il meglio di 2Dark. Un cane può essere sorpassato tirando una pietra (anzi, una caramella) e attirandolo in una posizione meno pericolosa, ma anche cercando del cibo in giro e riempiendogli la ciotola. Lo stesso vale per gli altri: ognuno di loro ha problemi personali – o anche già solo fisiologici – che noi possiamo sfruttare a nostro vantaggio.

2Dark riesce a regalare un senso di soddisfazione senza pari, a patto che si sia abbastanza pazienti da giocarlo nel modo giusto, e sono davvero poche le saghe capaci di restituire emozioni simili. Tutto è nelle nostre mani – persino la scelta o meno di salvare tutti i bambini imprigionati – e se vogliamo superare un posto di blocco acquattandoci nell’ombra, o attirando la guardia lontano dalla sua postazione, o ancora accoltellandola alle spalle, o travestendoci da inservienti per entrare senza destare sospetti, saremo sempre e comunque liberissimi di farlo.

Le tecniche d’infiltrazione sono molteplici e il realismo quasi morboso dei vari metodi d’aggiramento ci ha sorpresi in più di un’occasione

4 In conclusione

2Dark è un gioco indipendente dal gameplay sorprendentemente elaborato e dalla trama incredibilmente cupa e impattante. Consigliato solo a chi predilige i giochi puramente stealth – e riesca a sorvolare su una produzione palesemente a basso budget – questo accattivante investigativo è un continuo tripudio di sorprese, tanto sul fattore ludico quanto su quello prettamente narrativo.

Parliamo di un thriller senza peli sulla lingua, capace di sbatterci in faccia foto di bambini macellati – o anche peggio, fidatevi – senza mai provare a trattenersi. “Trattenersi”, dopotutto, non sembra far proprio parte del suo vocabolario e, per certi aspetti, preferiamo anche che sia così.

Il risultato è un prodotto incredibilmente puro e personale, parto di una mente geniale – per non dire malata – che ha intriso il gioco di ogni grammo del suo essere senza mai dover scendere a compromessi. Il fascino del panorama indipendente, in fin dei conti, è anche questo.

2Dark, se non fosse già abbastanza chiaro, è promosso con pochissime riserve. Un paio di difetti minori, comunque, minano solo in minima parte un’esperienza di gioco profonda e dall’incredibile atmosfera. L’inventario è forse di difficile consultazione, soprattutto nella fasi più concitate, e avremmo comunque preferito una trama raccontata in maniera meno statica, ma parliamo di due piccoli nei che impattano davvero poco sull’economia del prodotto.

2Dark, con tutta probabilità, diventerà il futuro punto di riferimento dell’horror indie, e non solo. Mai come in questo caso, lasciatecelo dire: la classe non è acqua.

2Dark - Gameplay Trailer [US]

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
9
2dark-recensione<b>PRO</b><br> Atmosfera incredibilmente tesa <br> Gameplay stealth libero e pieno di sfaccettature <br> Trama intrigante e senza peli sulla lingua <br> <b>CONTRO</b><br> ...Eccessivamente senza peli sulla lingua, per alcuni <br> Inventario poco user-friendly

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