Libertà
Il gioco in sé, dovessimo riassumerlo in poche parole, appare quasi come un figlio illegittimo di Hotline Miami e Hitman. La telecamera isometrica ci regala una grande panoramica, per quanto parziale, dell’ambiente che ci circonda, mentre il doverci infiltrare in luoghi pubblici – ma tutt’altro che civilizzati – non può far altro che farci tornare alla mente le vicissitudini dell’Agente 47. Il titolo si presenta come uno stealth puro, capace di punire duramente chiunque si approcci al nemico senza un piano ben studiato. Le munizioni sono poche, le cure mediche completamente assenti: memorizzare a menadito le ronde avversarie, tutt’altro che scontate, diventa presto la regola, così come anche mimetizzarsi al meglio o provare a spacciarsi per uno dei loro.
La libertà d’azione ha dell’incredibile e, seppur non parliamo di un gioco lunghissimo, siamo indubbiamente di fronte a qualcosa di infinitamente rigiocabile. Le tecniche d’infiltrazione sono molteplici e il realismo quasi morboso dei vari metodi d’aggiramento ci ha sorpresi in più di un’occasione; acquattarsi nell’ombra ci renderà completamente invisibili, ma un semplice interruttore o una lanterna imbracciata dalla persona sbagliata possono farci saltare la copertura da un momento all’altro.
Un solo allarme e, nella stragrande maggioranza dei casi, è Game Over automatico.
2Dark è quindi un prodotto indirizzato esclusivamente ai giocatori più pazienti, a tutti coloro che sono capaci di starsene tranquilli in un angolo a studiare la zona circostante e i comportamenti di chi la popola. I nemici, in tal merito, sono sorprendentemente caratterizzati: ognuno di loro ha una mentalità e un ruolo precisi nell’economia del gioco. Non esistono i classici scagnozzi clonati tra loro, ma il mercenario che ama il proprio fisico ma ha qualche problema con l’alcol, il domatore di leoni che mai si aspetterebbe un tradimento dai propri animaletti preferiti, la cameriera che pulisce in giro ma che odia i suoi padroni e così via. Incredibile anche l’enorme mole di interazioni tra loro; interazioni che, spesso, ci regalano persino indizi sul come poterli aggirare più facilmente.
Il titolo può essere infatti completato senza mietere neanche una vittima – per quanto molti di loro, in realtà, meritino questo e altro – ed è proprio aguzzando l’ingegno e cercando tutti i metodi d’aggiramento che spunta fuori il meglio di 2Dark. Un cane può essere sorpassato tirando una pietra (anzi, una caramella) e attirandolo in una posizione meno pericolosa, ma anche cercando del cibo in giro e riempiendogli la ciotola. Lo stesso vale per gli altri: ognuno di loro ha problemi personali – o anche già solo fisiologici – che noi possiamo sfruttare a nostro vantaggio.
2Dark riesce a regalare un senso di soddisfazione senza pari, a patto che si sia abbastanza pazienti da giocarlo nel modo giusto, e sono davvero poche le saghe capaci di restituire emozioni simili. Tutto è nelle nostre mani – persino la scelta o meno di salvare tutti i bambini imprigionati – e se vogliamo superare un posto di blocco acquattandoci nell’ombra, o attirando la guardia lontano dalla sua postazione, o ancora accoltellandola alle spalle, o travestendoci da inservienti per entrare senza destare sospetti, saremo sempre e comunque liberissimi di farlo.
Le tecniche d’infiltrazione sono molteplici e il realismo quasi morboso dei vari metodi d’aggiramento ci ha sorpresi in più di un’occasione