
JJ Abrams e Mike Booth (il creatore di Left 4 Dead): non capita spesso di vedere due figure così diverse – uno dei più noti storyteller hollywoodiani e uno degli autori che ha ridefinito il co-op moderno – riuniti per annunciare un videogioco completamente nuovo. Ma è quanto accaduto stanotte ai The Game Awards
Abrams ha aperto l’annuncio parlando del lavoro di Bad Robot con “artisti incredibili” e dell’onore di collaborare con Booth negli ultimi anni per costruire un universo originale pensato per PlayStation e PC, spingendo la loro passione per il grande storytelling in un nuovo territorio.
Mike Booth: “Abbiamo creato un nuovo tipo di videogioco co-op”
Booth è stato molto diretto: ciò che stanno costruendo non è un Left 4 Dead 3, non è un successore spirituale, e non è qualcosa di già visto. Lo definisce una “combat sandbox imprevedibile”, un’esperienza in cui:
- la cooperazione non è facoltativa, è indispensabile
- l’improvvisazione è al centro del gameplay
- ogni partita può andare in una direzione completamente diversa
È un concept che, conoscendo la storia di Booth, nasce dall’esperienza dei co-op dinamici, ma prova a spingersi verso qualcosa di meno scriptato, più caotico e più emergente. E soprattutto: tutti possono registrarsi da subito all’early playtest per toccare con mano il gioco.
La Terra è caduta in meno di un minuto
Il trailer si apre con una voce sintetica che accoglie il team e illustra il background narrativo: la Terra è stata invasa, e il punto più scioccante è la rapidità: il pianeta è caduto in meno di 60 secondi. Una frase che comunica immediatamente quanto la situazione sia disperata, quasi già irrecuperabile.
Eppure, qualcuno è rimasto: un gruppo di operativi, gli ultimi capaci di tentare un piano che sembra assurdo persino a loro.
Il piano per salvare il mondo? Usiamo la macchina che l’ha distrutto
Il cuore narrativo ruota attorno a una macchina misteriosa, presumibilmente nata per un altro scopo, ma che ha finito per causare la catastrofe. La voce guida dice esplicitamente: “Usiamo la stessa macchina che ha rotto il mondo… per romperlo di nuovo.”
È un’idea volutamente paradossale, che funziona bene come premessa per un co-op dove la sperimentazione è alla base. La stessa macchina è anche ciò che permette la meccanica più interessante del gioco.
Morirai. Tantissimo. Ma verrai ristampato ogni volta
In 4 Loop, la morte non è una fine né una punizione severa. È parte integrante del gameplay. Ogni volta che un giocatore muore, la macchina a cui fa riferimento la voce narrante lo ristampa in 3D, creando un loop continuo di missioni, tentativi, errori e apprendimento.
È un respawn diegetico, che diventa parte della storia e che Booth sembra usare per liberare il giocatore da qualsiasi paura di fallire.
Il concetto di loop ritorna continuamente: nel titolo, nella struttura, nel tono.
Gameplay: una co-op con camera ibrida tra terza e prima persona
Il trailer mostra un team di quattro operatori, con visuale in terza persona che passa alla prima persona quando si mira.
Lo stile richiama titoli come Gears of War, ma con un’impostazione molto più aperta e dinamica.
I nemici non sono solo robot: si vedono mech, creature mostruose, bestie mutanti, forme aliene, astronavi.
Il mondo sembra un miscuglio di tecnologia distrutta e minacce organiche, come se la caduta della Terra avesse aperto la porta a più fronti contemporaneamente.
Cooperazione, improvvisazione, strategia: il team è l’unica arma reale
La voce narrante spiega chiaramente la filosofia del gioco: fallire è previsto, sperimentare è necessario. il team deve studiare strategie e solo comprendendo i propri errori si diventa più forti.
Non c’è una data d’uscita per ora, ma il pedigree dietro questo titolo è enorme.
Da una parte, uno dei più grandi storyteller di Hollywood. Dall’altra, il creatore di uno dei co-op più influenti di sempre. E il risultato sembra un titolo che vuole riportare la cooperazione al centro. Ci riuscirà? Solo il tempo potrà dircelo.










