Amplitude – la recensione

Se chiedete a qualche bene informato di illustrarvi l’esplosione dei rythm game e delle varie forme che hanno assunto negli anni nel mercato occidentale, non partirebbe dal primo Guitar Hero, come i più potrebbero pensare. Senza dubbio il titolo uscito nel 2005 ha rappresentato il punto di svolta per il genere, ma il vero pioniere dei titoli musicali occidentali è nato anni prima, sempre ad opera di Harmonix. Nel lontanissimo 2001 debutta Frequency, un particolare gioco in cui bisogna tenere il ritmo tramite tre tasti, colpendo le note che scendono su uno spartito e spostandosi sui vari strumenti: l’idea è vincente, almeno a livello di critica, a tal punto da produrre un seguito pubblicato un paio d’anni dopo, Amplitude.
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Entrambi i titoli sono stati finanziati da Sony per PS2, che ne detiene tutt’ora i diritti, motivo per cui il nuovo remake di Amplitude, ovvero il protagonista di questo articolo, è esclusiva PS3 e PS4, ma com’è nata l’idea?
Nel 2014 Harmonix ha lanciato una campagna Kickstarter per finanziare il gioco, con obiettivo 775 mila dollari: ne sono stati raccolti 844 mila, compresi ben 7500 donati generosamente da Ted Price, capoccia di Insomniac Games.

Il gameplay di Amplitude è rimasto praticamente identico all’originale per PS2

Dopo essere stato rinviato diverse volte, il remake di Amplitude è tra noi: il gameplay è rimasto praticamente identico all’originale per PS2, a bordo della nostra navicella (scelta puramente estetica) dobbiamo colpire le note che scendono a tempo tramite L1, R1 e R2, in base a quale delle tre corsie appartiene la nota. Le frecce o l’analogico sono dediti a spostarsi tra i vari spartiti che rappresentano lo strumento, abbiamo batteria, basso, sintetizzatore, voce e, sporadicamente, anche la chitarra, questo perché, per chi non lo sapesse, la colonna sonora è interamente composta da musica elettronica. L’obiettivo è realizzare la combo più lunga possibile senza perdere note A rendere un po’ più movimentato il tutto, come se non lo fosse già di suo, intervengono i power up che variano da quello che raddoppia i punti a quello che rallenta la traccia, per passare al più amato, il boost alla navicella che permette di spiccare il volo e fregarsene altamente dello spartito!
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Un po’ per la natura puramente indie, un po’ per il budget limitato e un po’ perché il genere non permette troppe variazioni sul tema, Amplitude non verrà ricordato tra i giochi più longevi di sempre. La campagna è veramente ben realizzata, senza dubbio fiore all’occhiello della produzione: la “trama”, se così vogliamo chiamarla, visto che non ha né dialoghi né tantomeno filmati, ci spiega tra una canzone e l’altra che siamo nel cervello di un paziente in coma, e ogni sezione, formata da 3 o 4 canzoni, rappresenta una parte dello stesso. Si parte con canzoni da 120 bpm, abbastanza semplici a prescindere dal livello di difficoltà che scegliamo, fino ad arrivare alle dannatissime Dalatecht e Wayfarer, le ultime delle 15 tracce che vanno a comporre il concept album scritto appositamente per il gioco, un’esperienza psichedelica che mette a dura prova le retine e i nervi anche del più duro degli hardcore gamer.

Il multiplayer è relegato unicamente al locale fino a quattro giocatori

Terminata la modalità principale, purtroppo, resta ben poco: è presente naturalmente la partita veloce, dove il numero delle canzoni affrontabili raddoppia, visto che sono presenti anche brani di artisti più o meno famosi, e la vera sfida consiste nello scalare le classifiche realizzando punteggi sempre più alti, così come per il multiplayer, relegato unicamente al locale fino a quattro giocatori, per gli amanti del delirio psichedelico più puro.
Sotto l’aspetto tecnico è stato svolto un lavoro eccellente, il titolo gira a 60 FPS senza nessun problema, e vista la natura dello stesso era fondamentale riuscirci, rendendo Amplitude un tripudio di colori e, non mi stancherò mai di ripeterlo, un’esperienza psichedelica fuori dal comune: sarebbe molto interessante una versione del titolo in VR, “per vedere l’effetto che fa” (cit.).
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Il sonoro è, ovviamente, curato nel dettaglio, la trentina di brani disponibili sono abbastanza orecchiabili anche per chi, come il sottoscritto, ama musica totalmente differente da quella presente nel gioco, ma ovviamente si tratta di gusti: il prezzo di Amplitude è di €19.99, una cifra importante per un’opera simile, ma a maggior ragione è consigliabile scaricare la versione di prova disponibile nel PlayStation Store per farsi un’idea e decidere in seguito. Coloro che invece hanno apprezzato l’originale, possono invece acquistarlo ad occhi chiusi.