Un anno difficile, per Hideo Kojima. Dopo la scissione con Konami, il papà di Metal Gear si è ritrovato allo sbando alla ricerca di nuovi obiettivi da conseguire. Con Death Stranding per mezzo, però, i paragoni si fanno decisamente “grossi”.
Come sappiamo, Kojima collaborerà con Sony per lo sviluppo di Death Stranding. Solo qualche giorno fa, tra l’altro, ci è stato confermato come il motore di gioco sia una versione modificata di quello utilizzato da Guerrilla Games su Horizon: Zero Dawn.
Secondo il game designer, la corsa alla tecnologia videoludica non è poi così diversa da quella spaziale, con lo sviluppo che ha finito per stagnare e con pochi, veri uomini a puntare sempre più in là.
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The space development competition has been stagnated after the Cold War. Due to the steep rise in price of space development cost, pic.twitter.com/m1r9axh1ZS— HIDEO_KOJIMA (@HIDEO_KOJIMA_EN) December 10, 2016
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the investment for the earth has been strengthened and they gave up on the space shuttle program. pic.twitter.com/nhu9WBlD1f— HIDEO_KOJIMA (@HIDEO_KOJIMA_EN) December 10, 2016
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Meanwhile I who wants to proceed myself to the moon, met the guerrilla whose plan was to go to the mars. pic.twitter.com/HXBgJfB3CE— HIDEO_KOJIMA (@HIDEO_KOJIMA_EN) December 10, 2016
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We decided to make the rocket by reforming their engine. And by doing so it enables us to go to the mars but even to the jupiter. pic.twitter.com/E5x8FHlVQD— HIDEO_KOJIMA (@HIDEO_KOJIMA_EN) December 10, 2016
“La corsa allo sviluppo spaziale è rallentata dopo la Guerra Fredda, a causa di un’impennata dei costi”, possiamo infatti leggere sul suo account Twitter.
“Ad aumentare, gli investimenti verso il pianeta Terra, e tutti si sono dimenticati degli shuttle. E poi ci sono io, che volevo andare sulla Luna, e che ho incontrato i ragazzi di Guerrilla che miravano a Marte”.
“Abbiamo creato un nuovo razzo modificando il loro motore. In questo modo, non solo arriveremo su Marte, ma anche su Giove”.
Allo stesso tempo, Kojima ricorda il periodo in cui il percorso che aveva davanti non gli era più così chiaro, quando viaggiò verso i vari studios di Sony alla ricerca dell’ispirazione.
“Il mio punto di vista non era sbagliato, avevo ragione. Ora tutto è tornato a essere chiaro”, ha infatti concluso.