Gioventù
Arrivati ormai al sesto appuntamento ufficiale – anche oltre, se si considerano i vari spin-off, molti dei quali mai sbarcati in Occidente – la domanda sorge spontanea: cosa può offrire ancora la saga di Yakuza, a ben due generazioni dal suo primissimo arrivo su console PlayStation?
Un quesito legittimo che, preciso come un orologio svizzero, torna a tormentarci ogni qualvolta dobbiamo inserire nel lettore il disco del nuovo gioco annuale. Incredibile come, ancora una volta, delle solide certezze abbiano finito per fugare anche i dubbi più neri. Yakuza 0 è l’ennesima, scintillante perla dell’esclusivissima collana made-in-Sega. Il tempo passa, ma Kazuma e soci continuano a non perdere un colpo.
Solo nell’ultimo episodio, avevamo lasciato lo storico Drago della Famiglia Dojima vistosamente ammaccato, appena uscito da uno degli scontri più duri della sua intera carriera. Totalmente a sorpresa, a dispetto del malefico cliff-hanger finale, la software house ha comunque deciso di non proseguire più per quella time-line, di concedere al nostro eroe un periodo di (meritatissimo) riposo e di riavvolgere le lancette dell’orologio fino agli anni ’80, quando gli eventi della saga principale ancora dovevano mettersi in moto.
Yakuza 0, come il numerino stesso lasciava intendere, è a tutti gli effetti un prequel, ma di quelli fatti davvero bene. Non un semplice antipasto, non una piccola parentesi auto-conclusiva, ma una portata da vero re, ricca, affascinante, sfaccettata e da gustare con calma. Se la vostra intenzione era quella di snobbarlo e puntare esclusivamente al sesto capitolo, da poco sbarcato in territorio giapponese, fareste meglio a tornare sui vostri passi: Yakuza 0 non solo è un episodio degno di far parte della saga principale, ma è forse anche tra i migliori in assoluto.
Yakuza 0 non solo è un episodio degno di far parte della saga principale, ma è forse anche tra i migliori in assoluto.