Un altro retroscena molto interessante sullo sviluppo dell’avventura di Star Wars da parte di Visceral Games riguarda la trama.
Come dichiarato da diversi ex-dipendenti, Amy Hennig aveva scritto una trama fantastica per il gioco, ma non tutte le cose sono andate per il verso giusto.
In primis, come già anticipato in una news di questa mattina, la presenza opprimente di Disney che doveva avallare ogni singolo dettaglio del gioco.
In secondo luogo la Hennig non aveva moltissima esperienza come game director, concentrandosi molto sulla narrazione a discapito di aspetti tecnici e funzionali.
Trama e gameplay
La trama del titolo il cui nome in codice era ‘Ragtag‘ ruotava attorno al protagonista Dodger, una sorta di Han Solo. Ad affiancarlo c’era il pistolero e compagno di malefatte Robie, il veterano Buck che fa da mentore alla ciurma, e Oonie figlia di un suo superiore.
Il gioco era ambientato temporalmente tra gli episodi 5 e 6, ovvero i primi due della saga classica. Focalizzandosi molto sulla distruzione di Aldebaran.
“Era la cosa più bella che abbia mai visto. Hennig aveva il controllo dall’inizio. Tutti ne parlavano“, ha dichiarato uno degli sviluppatori.
Uno dei punti di forza del gioco consisteva nel gameplay. A differenza di Uncharted si sarebbe dovuto controllare l’intero team.
Ogni personaggio era dotato di una IA personalizzata che entrava in ballo quando si cambiava il personaggio controllato.
Non erano presenti poteri Jedi, in alternativa erano previste molteplici soluzioni riguardanti il sabotaggio. I vari personaggi potevano interagire in diversi modi con l’ambiente circostante per distrarre i nemici durante l’azione.
Problemi di sviluppo
Come anticipato nella creazione di Ragtag non sono mancati svariati intoppi che hanno contrariato numerosi sviluppatori.
Disney doveva approvare ogni singolo dettaglio del gioco, dai vestiti all’equipaggiamento, dalle navicelle spaziali al comportamento dei personaggi secondari. Il processo di approvazione spesso richiedeva settimane, se non addirittura mesi.
A questo si sono aggiunti alcuni problemi riguardanti un pizzico di inesperienza di Amy Hennig come game director. Il modo di lavorare della Hennig era diverso da quello di altri dipendenti di Visceral Games.
Uno dei dipendenti ha dichiarato: “Amy è fantastica con la trama, il tono e tante altre cose. Ma non è un level designer, quindi se eri nel reparto del gameplay non eri molto in sintonia con il controllo totale che aveva Amy“.
A tal proposito viene narrato un aneddoto riguardante il trailer mostrato all’E3 2016. La Hennig aveva richiesto le migliori tecnologie di Industrial Light and Magic e Sony San Diego per realizzare il video.
In una scena su Tatooine il protagonista Dodger si appoggia a una porta uscendo da una cantina. La realizzazione di questo semplice passaggio ha richiesto mesi. Ore e ore di sviluppo solo per decidere come Dodger si appoggiava all’uscita.
Fonte: Kotaku