PlayerUnknown’s Battlegrounds è da poco uscito dall’Early Access e stato pubblicato in versione 1.0 su Steam.
Molti dei giocatori però sono sempre più preoccupati dei cheater.
Il creatore del gioco, Brendan Greene, ha spiegato che il 99% dei cheat proviene dalla Cina. Finchè il fenomeno rimante confinato in quell’area geografica il problema è relativo, ma a quanto pare i cheater si stanno ampliando a macchia d’olio in tutto il mondo.
Alcuni cheater addirittura arrivano a pubblicizzare i propri hack con una sorta di porta a porta 2.0, contattando singolarmente i giocatori.
Attualmente non sono state prese contromisure particolari se non il ban degli account. Molti utenti stanno cominciando a chiedere una sorta di ‘region lock‘ che impedisca ai giocatori cinesi di giocare sui server di altre regioni.
Greene, al di là del dato statistico, ha dichiarato che non può far nulla contro questa mentalità.
Riguardo l’idea di isolare i giocatori cinesi invece non è d’accordo: “Non penso affatto che sia una buona idea. Sì è vero che la maggioranza dei cheat viene dalla Cina, ma questo non significa che tutti i cinesi siano cheater. Questa idea di bandire una intera nazione solo a causa di alcuni malintenzionati è esagerata“.
Il creatore di PUGB spiega che il nuovo sistema anti-cheat ha già drasticamente eliminato il 67% dei casi nel corso degli ultimi due mesi. Chiede inoltre l’aiuto della comunità per segnalare tutti coloro che fanno abusi.
Lo staff si basa sui dati e sui comportamenti segnalati, non potendo essere a conoscenza delle infrazioni di cui non sono a conoscenza. È quindi fondamentale segnalare repentinamente i comportamenti scorretti.
Fonte: Kotaku