Lo riporta Variety. I rappresentanti della Writers Guild of America (WGA), l’organo costituito dagli sceneggiatori in autotutela, ha incontrato gli esponenti degli studi cinematografici americani allo scopo di contrattare nuove condizioni contrattuali. Il ‘sindacato’ è in sciopero fin da inizio 2023.
Tra le richieste, una maggiore tutela dall’utilizzo delle IA ma, soprattutto, un adeguamento dei trattamenti economici specie sui cosiddetti residuals: “ovvero la retribuzione per le repliche successive alla prima visione, che nel mercato attuale sono praticamente impossibili da calcolare, in quanto le serie e i film rimangono sulle piattaforme per lunghissimo tempo e non devono essere periodicamente acquisiti (generando un compenso per gli autori) come accadeva in passato” (fonte: Cinecittà).
Quello delle scorse ore è il primo incontro tra gli sceneggiatori e la Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP) da quando lo sciopero è cominciato. I rappresentanti di WGA già venerdì avevano anticipato di non essere intenzionati a cedere su due punti principali: garanzie sul numero minimo di personale da impiegare per ogni episodio di uno show televisivo e garanzie sul numero minimo di settimane di lavoro in un anno. Una posizione che però AMPTP ha definito “di non partenza” di fatto interrompendo una contrattazione che non era ancora ufficialmente cominciata.
Ad aggiungere un ulteriore fattore di complessità alla vicenda è il contestuale strike avviato il 14 luglio da SAG-AFTRA (il sindacato attori). Se anche WGA dovesse trovare un accordo di categoria, lo sciopero degli sceneggiatori non si interromperebbe finché anche i professionisti della recitazione non avranno trovato la quadra della situazione. Anche gli attori chiedono maggiori tutele dall’utilizzo delle tecnologie IA che le major pare vogliano adoperare per ridurre al minimo l’impiego di personale in carne ed ossa da pagare per ogni posa.