Hideo Kojima ha recentemente visto Sly, il nuovo documentario di Netflix incentrato sulla figura di Sylvester Stallone, volto di personaggi iconici quali John Rambo o Rocky Balboa. Il documentario in questione sembra aver colpito il papà di Metal Gear Solid e Death Stranding, a tal punto da spingerlo ad aprirsi su Twitter / X con un post che si può quasi considerare una breve lettera dove racconta parte del suo passato e dove esprime quell’innata passione per il cinema e il sogno di realizzare un film, sogno che però ancora deve concretizzarsi (e che non avverrà con Death Stranding. Non da regista, almeno).
“Ho visto ‘Sly’. Quando ero un bambino, volevo realizzare film ma non potevo farlo. Non avevo amici. Non avevo soldi. Non avevo nessuno a supportarmi. Ovviamente, non potevo dirlo ai miei genitori o insegnanti. È stato quando ho visto ‘Rocky’. Se non hai un ruolo, puoi scrivertelo da solo. Vedere il sogno americano che Sly ha conquistato, ha cambiato la mia strategia”, scrive Hideo Kojima sul post, riguardando la sua gioventù.
L’autore ha poi continuato: “Primo, ho deciso di scrivere romanzi e sceneggiature che potessi realizzare per conto mio. Dopo ho deciso di fare un film. Ho continuato a scrivere romanzi ogni giorno dopo la scuola”. Il caso ha voluto però che Kojima si concentrasse su altri lidi. “I miei sogni sono stati spazzati via e sono finito nell’industria dei videogiochi“, ha scritto con probabilmente un po’ di rammarico Kojima. “Mi sono rivisto in una frase di Sly, ‘Aggiungi fino a quando non hai 40 anni, ma dopo inizi a sottrarre’, ma al tempo stesso ho anche provato paura”.
Fonte: Account ufficiale di Hideo Kojima