Il nome richiama uno dei simboli tipici dell’Arma: la saetta che percorre la fiancata delle volanti che presidiano il territorio. Entra in servizio in queste ore il primo segugio robot nella storia dei Carabinieri. Ad annunciarlo, con una nota stampa, è il Comando Generale di Roma, V reparto. Esattamente come il collega ‘Spot’ (il cui lavoro è quello di tenere d’occhio gli scavi archeologici di Pompei), così Saetta è stato ‘arruolato’ perché in grado di muoversi su terreni e in spazi altrimenti inaccessibili (anche tramite l’uso di mezzi cingolati) o troppo pericolosi per i colleghi in carne e ossa.
I Carabinieri arruolano Saetta, il primo segugio robot nella storia dell’Arma
Nel post che accompagna la presentazione, scrive l’Arma: “In grado di muoversi anche su terreni impervi, salire e scendere rampe di scale ed aprire autonomamente porte, entra a far parte della famiglia dell’Arma con molteplici obiettivi, tra cui quello di operare nelle attività di ricognizione più rischiose o per compiti antisabotaggio. Equipaggiato con avanzatissimi sistemi tecnologici, può rilevare le più fievoli tracce di esplosivo o di agenti chimici e radiologici. Tanti gli scenari d’impiego. Non ultimo, per la messa in sicurezza delle aree cittadine in presenza di petardi inesplosi di particolare pericolosità”.
Come detto, il primo incarico del segugio sarà quello di affiancare la squadra di artificieri del nucleo operativo di Roma. L’obiettivo dell’arma è quello di impiegare Saetta per le operazioni di smaltimento di petardi inesplosi. Ovviamente, però, i suoi sensori – in grado di riconoscere materiale esplosivo – potranno essere impiegati in operazioni di sicurezza sul territorio ben più importanti. Speriamo solo non ce ne sia mai bisogno.