Cresce il fatturato, ma calano a picco le copie retail vendute nei negozi. È quanto emerge dall’ultimo report pubblicato da Game Industry. Si tratta di un dato perfettamente in linea con altri rilevati dallo stesso sito questo mese. Ad esempio, a metà dicembre, GI rilevò come bambini e adolescenti americani preferissero acquistare abbonamenti a servizi o valuta digitale per GaaS piuttosto che videogiochi più tradizionali.
Verso la fine della copia fisica: nel 2023 i videogiochi sono quasi tutti digitali
Una tendenza già intercettata da diversi player dell’industria. Almeno due vanno indicati: THQ Nordic che ha deciso di distribuire le copie fisiche dei giochi prodotti solo in tiratura extra-limitata o per collectors edition particolari. Sulla stessa lunghezza d’onda Remedy Entertainment. Lo studio capitanato da Sam Lake produrrà per lo più videogiochi in formato digitale così da dedicare quanto più tempo possibile allo sviluppo e alla rifinitura. Il primo esempio di questa politica: Alan Wake 2.
Per le produzioni indie, invece, quella della distribuzione digital only è più una scelta obbligata che una velleità commerciale e basta. Fanno eccezione alcune edizioni da collezione curate, magari, da publisher esterni come Limited Run o similari. Il digitale, andando a esplorare più nel dettaglio i dati, rappresenta la quasi totalità delle vendite soprattutto per il mercato PC. Il rapporto è 99 a 1. Custodie, dischi e cartucce provano a difendersi su console dove si ritagliano il 17% degli acquisti totali.
Spaventosi i dati monetari. Su un totale di 184 miliardi di dollari generati, i videogiochi in formato fisico hanno contribuito con solo 9,5 miliardi. Dato in discesa di tre punti percentuali rispetto allo stesso rilevato nel 2022. Al contrario, il digitale genera 174,5 miliardi, in crescita di quasi un punto percentuale rispetto al 2022.