Cronos: The New Dawn, la nuova IP di Bloober Team dopo il notevole remake di Silent Hill 2, prenderà a piene mani da icone del genere horror come Dead Space, Resident Evil e anche La Casa, andando dunque oltre il mondo del videogioco. Il titolo, però, rappresenta anche la voglia, da parte del team, di imporsi nel genere survival horror, dare magari vita a una saga e unirsi ai grandi nomi del genere che hanno ispirato Cronos, come i già citati Dead Space, Resident Evil oppure Silent Hill, serie su cui il team ritornerebbe comunque volentieri.
Cronos: The New Dawn, Bloober Team vuole renderlo un titolo importante nel genere survival horror
In un’intervista concessa a IGN, Jacek Zieba, Director e Producer del gioco, e Wojciech Piejko, Director e Designer, hanno svelato alcuni retroscena dietro la loro nuova creatura: uno sci-fi survival horror che strizza l’occhio a Dead Space e prende anche ispirazione da Dark, serie TV Netflix, e La Cosa. Elementi come il design dei mostri, i viaggi nel tempo e l’ambientazione urbana sono tratti su cui il team polacco spinge particolarmente. L’obiettivo è però dare a Cronos: The New Dawn una identità propria.
“Il nostro obiettivo era di creare la nostra prima IP nel genere survival horror perché, ovviamente, Silent Hill è proprietà di Konami e siamo davvero grati e onorati di aver potuto lavorare su questo gioco, ma con Cronos volevamo fare qualcosa di nostro, con la nostra visione per il genere dei survival horror e mischiando elementi che abbiamo imparato a padroneggiare durante gli anni”, spiega Wojciech Piejko a IGN.
“Siamo sempre stati dei naratori, dunque vogliamo ancora narrare una bella storia, ma questa volta vogliamo anche inserire più gameplay in essa. Dunque aspettatevi un survival horror come quelli da voi menzionati, Resident Evil, Dead Space, Silent Hill. Questi sono il tipo di giochi in cui vorremmo inserirci. Ma sì, credo sia una nostra idea. Questo era l’obiettivo di questo viaggio della nuova Bloober, espandersi e avere giochi più orientati al gameplay ma che fossero capaci di narrare belle storie”.
Fonte: IGN