Donkey Kong Country Returns HD: il fascino dell’originale, in alta definizione. – Recensione Nintendo Switch

Forever Entertainment restituisce vita al platform uscito su Nintendo Wii nel 2010

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Ormai è chiaro, a Nintendo piace coccolare la sua fanbase ricacciando fuori dall’archivio una qualche piccola perla del suo passato. Se nel 2024 era toccato – tra le altre cose – al (non proprio)coraggioso Luigi per Luigi’s Mansion 2 HD, all’avventuroso Mario di Paper Mario e il Portale Millenario e alla intraprendente Ashley di Another Code: Recollection, ora tocca alla famiglia più ‘bananosa’ del mondo dei videogiochi. Donkey Kong Country Returns HD è la riedizione in alta definizione del (quasi)omonimo gioco uscito su Nintendo Wii nel 2010.



Recap: un po’ di storia

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Nata nel 1994 su Super Nintendo Entertainment System, la serie nacque dalla collaborazione tra Nintendo e Raresoftware. Il sodalizio tra le due società proseguì fino al 1996, anno di uscita di Donkey Kong Country 3: Dikie Kong’s Double Trouble. Uno iato durato ben 14 anni venne interrotto solo nel 2010 con l’esordio di – appunto – Returns. Non solo il primo capitolo della serie a debuttare ufficialmente lontano da Snes, ma anche il primo uscito senza il coinvolgimento dei dev originali. Al posto di Rare, infatti, Nintendo si avvalse della collaborazione di Retro Studios. La stessa squadra avrebbe curato, 4 anni dopo, anche Tropical Freeze, quinto capitolo ufficiale della serie.

A conti fatti, dunque, i fan dello scimmione eterno rivale di Mario attendono un nuovo capitolo da circa 10 anni. Sebbene non si tratti di un chapter six in piena regola, Donkey Kong Country Returns HD rappresenta un ottimo modo per interrompere il digiuno forzoso.

Trama, personaggi e gameplay

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Dopo avere finalmente battuto i pericolosi Kremling, i coccodrilli pirata guidati da K. Rool, nel regno di DK sembra andare tutto per il verso giusto. Sembra, perché poco dopo sull’isola fanno la loro comparsa i membri della tribù Tiki Tok (no, niente a che vedere con il social). Si tratta di creature la cui forma ricorda vagamente quella di strumenti musicali. Il loro potere, in effetti, deriva proprio dalla musica con la quale incantano e ipnotizzano gli abitanti della foresta convincendoli a consegnare tutte le banane. Provano pure a portare Donkey dalla loro parte, ma pare che lo scimmione sia immune all’incanto. Ecco dunque che inizia la nostra quest attraverso i vari scenari – divisi per livello – che compongono l’intero gioco. Obiettivo: arrivare in fondo a questa storia recuperando il maltolto e respingendo l’ennesima perturbazione al quieto vivere. A darci manforte ci saranno Diddy come spalla (che diventa personaggio a sé in modalità a due giocatori) e Cranky, che gestisce lo store per i buff da utilizzare nei vari livelli.

In termini di funzionamento, il gioco ci mette davanti a una prima scelta: affrontare il percorso utilizzando le stesse impostazioni avute su Nintendo Wii (più difficile), o optare per un’esperienza ‘facilitata’ (con un cuore aggiuntivo: 3 invece che 2). Eseguita questa prima – irreversibile – scelta, possiamo procedere in quello che è a conti fatti un platform a scorrimento. Vorremmo aggiungere anche “2D” alla definizione, ma non sarebbe del tutto correttissimo. In più punti, infatti, verremo catapultati anche sullo “sfondo” dove raccogliere oggetti utili per il proseguimento.

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Ogni mondo è abitato da creature che la tribù Tiki Tok ha reso ostili con la sua magia. Donkey dovrà fare attenzione a evitarle così da non incorrere in ferite che si tradurrebbero poi nella perdita di una vita (rappresentata da un palloncino). Una volta esaurite le vite a disposizione sarà Game-Over e bisognerà ricominciare. Per ogni livello sarà possibile anche contare sull’aiuto di Diddy Kong, a patto di individuare il barile dentro il quale si nasconde (è indicato con le iniziali del protagonista impresse sul davanti, impossibile missarlo). Una volta liberato, Diddy raddoppierà il numero di cuori a nostra disposizione oltre a offrirci un supporto per il salto grazie al suo jetpack (che ci permette di restare sospesi in aria per qualche secondo).

Al termine di ogni mondo – composto da un numero variabile di livelli – avremo il classico scontro coi boss di turno. Nulla da segnalare su questo punto: osservare i pattern di movimento, individuare il momento propizio e sfruttare le capacità di Kong saranno la chiave per uscire vittoriosi. A proposito del protagonista, Donkey può saltare, rotolare, battere i pugni per terra, accucciarsi e soffiare per svelare oggetti nascosti e, in corrispondenza della parete idonea, aggrapparsi e arrampicarsi.

Affrontare ogni livello sarà tutt’altro che una passeggiata di salute. Sebbene raggiungere il traguardo sia relativamente semplice, potrebbe essere necessario affrontare lo stesso percorso 2, 3, anche 4 volte prima di potersi dire soddisfatti. All’interno dei vari livelli, infatti, sono nascosti oggetti collezionabili (pezzi di puzzle in numero variabili e le quattro lettere che compongono la parola KONG) che sarà necessario raccogliere per avere accesso a piccole chicche segrete. Da ultimo, dopo il completamento è possibile anche affrontare una sfida “a tempo” che aumenta ulteriormente il livello di impegno richiesto. Sebbene sia idealmente possibile fare tutto in una volta, a livello pratico poi va tenuto conto del fatto che i pezzi di puzzle (ad esempio) sono spesso nascosti da elementi di sfondo “a scomparsa” o recuperabili a condizione di completare sfide “bonus” all’interno del livello stesso. Di conseguenza, il consiglio è di ripetere più volte lo stage.

Nel caso in cui doveste avere difficoltà nel completamento di un quadro, il gioco vi offrirà la possibilità di un completamento automatico. Chiamando in causa “Super Kong” potrete giungere alla fine del percorso indenni, ma il gorilla argentato ignorerà oggetti speciali da raccogliere. Qualsiasi altro oggetto eventualmente raccolto non verrà conteggiato.

Donkey Kong Country Returns HD: ultime considerazioni

Quello proposto da Forever Entertainment è né più né meno che un maquillage col quale sì preservare il lavoro di Retro Studio, ma anche adeguare il gioco ai gusti esigenti del pubblico del 2025. Ciò vuol dire che luci (tante) e ombre (poche) del gioco originale rimangono sostanzialmente immutato. Il lavoro non è certamente privo di sbavature, ma nessuna grave da inficiare il parere generale che resta particolarmente positivo.

Donkey Kong Country Returns HD è un gioco potenzialmente adatto a qualsiasi livello di esperienza, tentare di padroneggiarlo a fondo sarà compito tutt’altro che semplice. Retro Studio ha lasciato in eredità un design dei livelli che impone al giocatore di conoscere alla perfezione le possibilità di movimento del gorilla più famoso del videoludo. DK è massiccio, sa essere pesante eppure è capace anche di movimenti piuttosto veloci e scatti repentini. Calcolare male uno spazio significa andare incontro a un nemico, una fossa ricoperta da pale o il vuoto. Perdere tutti i cuori a disposizione significa dover ricominciare da capo o dal checkpoint che, questo va sottolineato, i dev pensarono di piazzare piuttosto avanti nel livello, a volte oltre la metà addirittura.

Al netto di qualche restauro non eccezionalmente riuscito, il gioco resta godibile sia per gli occhi che per le mani e la mente. Ottimo da godere un livello o due alla volta. Oddio, se voleste completarlo tutto d’un fiato non saremo certo noi a fermarvi…

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8.5
donkey-kong-country-returns-hd-il-fascino-originale-in-alta-definizione-recensione-nintendo-switchConsiderato che il gioco resta perfettamente identico all'originale del 2010, è chiaro che è possibile valutare quasi squisitamente il maquillage che Nintendo ha fatto sull'intero pacchetto. Anche su una 'umile' Switch Lite (quella utilizzata per la recensione), lo stacco tra Donkey Kong Country Returns HD e l'originale è più che evidente: la grafica rinnovata scorre fluida. Si ha quasi l'impressione che il capitolo sia proprio nato su questa console anziché portare sul groppone tre lustri abbondanti.