
Intel ha confermato un drastico ridimensionamento nel secondo trimestre 2025, rivelando ufficialmente che entro fine anno l’azienda ridurrà il numero di dipendenti “core” a circa 75.000 unità, contro le 99.500 di fine 2024. Il colosso dei semiconduttori ha quindi già avviato l’eliminazione di circa 24.000 posti di lavoro, quasi un quarto della sua forza lavoro principale. Si tratta dell’ennesimo importante licenziamento di massa per il colosso, dopo quello del 2024.
Progetti cancellati in Europa e chiusura in Costa Rica
Il CEO Lip-Bu Tan ha spiegato che l’azienda ha “investito troppo e troppo presto” in nuovi impianti, senza aver prima garantito una domanda sufficiente. Per questo, Intel non solo ha annunciato nuovi licenziamenti, ma ha anche cancellato completamente progetti miliardari in Germania e Polonia, chiudendo operazioni di assemblaggio anche in Costa Rica, mentre rallenta i lavori in Ohio.
I piani per la costruzione di mega-fabbriche in Germania (3.000 posti previsti) e di un centro di assemblaggio in Polonia (altri 2.000 posti) sono stati ufficialmente accantonati. Intel aveva già rinviato questi progetti di due anni nel 2024, ma ora li abbandona del tutto. L’azienda non ha chiarito il destino dei centri R&D polacchi attivi dal 1993, ma ha specificato che non saranno chiusi al momento.
In Costa Rica, invece, Intel consoliderà le operazioni di assemblaggio e test nei suoi impianti asiatici in Vietnam, tagliando una buona parte degli oltre 3.400 impiegati locali. Circa 2.000 lavoratori rimarranno per attività ingegneristiche e amministrative.
In Ohio, Intel rallenterà ulteriormente i lavori del suo mega-stabilimento, per adeguarsi alla domanda di mercato. Il CFO David Zinsner ha rassicurato che l’investimento non è stato cancellato, ma subirà un rallentamento deciso.
Una ristrutturazione da 1,9 miliardi di dollari (e un trimestre in perdita)
Intel ha dichiarato di aver completato la maggior parte dei licenziamenti previsti, pari a circa il 15% della forza lavoro. La manovra, però, sta costando cara: nel secondo trimestre, Intel ha registrato una perdita di 2,9 miliardi di dollari, su ricavi per 12,9 miliardi (stabili rispetto all’anno precedente). La sola ristrutturazione, tra incentivi e costi di uscita, pesa 1,9 miliardi.
Nel frattempo, i numeri delle divisioni principali mostrano un andamento misto:
- I chip per PC calano del 3% su base annua (7,9 miliardi di dollari)
- I server e data center crescono solo del 4% (3,9 miliardi)
- Il settore foundry (produzione chip conto terzi) sale del 3% (4,4 miliardi)
Intel punta comunque a risparmiare 17 miliardi in spese operative entro la fine del 2025.
I chip del futuro e il controllo diretto del CEO
Nonostante il momento difficile, Intel conferma che il primo chip della serie Panther Lake sarà spedito entro fine anno, mentre altri modelli arriveranno nel primo semestre 2026. Il successore Nova Lake resta previsto per la fine del 2026.
Lip-Bu Tan ha dichiarato di aver corretto gli errori passati sulle capacità multi-threading e introdotto una politica radicale: ogni progetto di chip dovrà essere personalmente approvato da lui prima del tape-out, ovvero la fase finale prima della produzione.
Intel sta inoltre aumentando la produzione dei chip Lunar Lake, molto richiesti ma finora costosi, e annuncerà un nuovo responsabile per la divisione data center nel prossimo trimestre. Ulteriori dettagli su una strategia AI full-stack saranno condivisi nei prossimi mesi.
Fonte: The Verge









