Videogiochi Tripla A: perché non innovano più? La riflessione di Michael Douse di Baldur’s Gate 3

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L’industria dei videogiochi non è mai stata così redditizia, eppure sembra povera di nuove idee. A evidenziarlo è stato Michael “Cromwelp” Douse, publishing director di Larian Studios, intervenuto dopo la Gamescom Opening Night Live 2025, evento caratterizzato da una lunga serie di Soulslike e poche sorprese reali.

Commentando Mafia: Terra Madre (qui la nostra recensione), definito “più rifinito, meccanicamente ricco e narrativamente forte di qualsiasi precedente capitolo”, Douse ha affrontato il nodo centrale: “Scegliere qualcosa di specifico e farlo bene sembra essere un’arte perduta nel game design”. La ragione, secondo lui, sta nel modo in cui l’industria tripla A approccia lo sviluppo.

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Il dominio dei dati e la perdita dell’istinto

Per Douse, gran parte del settore è diventata eccessivamente guidata dai dati, al punto che negli anni si è persa la capacità di affidarsi all’istinto creativo. “L’industria dei videogiochi Tripla A è diventata morbosamente affascinata dagli indie perché questi non hanno i dati, devono affidarsi al loro istinto” ha spiegato.

L’approccio delle grandi produzioni, spesso vincolato a dataset incapaci di prevedere successi o fallimenti, porta a un paradosso: senza dati affidabili e senza l’istinto creativo, si finisce intrappolati in produzioni sicure e ripetitive. Da qui l’omologazione: mondi aperti, crafting, elementi live-service replicati quasi meccanicamente.

Innovazione e rischio: il ruolo degli indie

Perché gli indie riescono a innovare? Perché rischiano di più. Con team ridotti e budget contenuti, un fallimento non mette in crisi l’intera azienda, e questo permette di “fallire in fretta, vincere in fretta”. I videogiochi Tripla A, invece, devono giustificare investimenti enormi e finiscono per inseguire mode consolidate: Fortnite ha avuto successo? Allora battle royale ovunque. Minecraft funziona? Allora crafting per tutti. GTA vende? Allora open world per ogni IP.

Secondo Douse, solo gli indie possono introdurre nuove tendenze, che poi vengono adottate dai grandi publisher quando i dati iniziano a confermare il successo. Un ciclo vizioso che spiega perché il settore, pur generando profitti record, rischia di smarrire la sua anima creativa.

Fonte: GamesRadar+

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