
Il nuovo trailer di Frankenstein diretto da Guillermo del Toro offre un primo sguardo al volto della creatura interpretata da Jacob Elordi, mostrando un design inquietante e al contempo profondamente espressivo. Il mostro appare in una forma eterea, definita da una pelle chiara, cicatrici delicate e un aspetto “newborn, alabaster” secondo le parole dello stesso del Toro, che punta su una visione più poetica e meno stereotipata del classico mostro.
In particolare, il trailer alterna momenti di silenzio e inquadrature ravvicinate della creatura a sequenze drammatiche in cui il suo diritto a raccontarsi e la sua sofferenza emergono come temi centrali. La regia di del Toro mette in scena inquietudine e bellezza con luci cupe, ambienti pieni di nebbia e una cura della scenografia tipica del suo stile gotico-fantastico.
Nel trailer, Oscar Isaac appare come Victor Frankenstein, impegnato nei suoi esperimenti, con dialoghi che richiamano l’eterno conflitto tra creatore e creatura. Ella, recita una voce fuori campo che suggerisce una narrazione soggettiva e una tensione tra verità e mito.
Cast, dettagli di produzione e date
Il cast principale include Oscar Isaac nei panni di Victor Frankenstein, Jacob Elordi nel ruolo della creatura, Mia Goth come Elizabeth, Christoph Waltz come Dr. Pretorius e una serie di interpreti di spessore come Felix Kammerer, Lars Mikkelsen, David Bradley e Charles Dance.
Secondo le fonti ufficiali, Frankenstein avrà la sua uscita nei cinema in edizione limitata il 17 ottobre 2025, e sarà disponibile in streaming su Netflix dal 7 novembre 2025.
Il progetto è stato presentato in anteprima alla Mostra cinematografica di Venezia il 30 agosto 2025, confermando la volontà del film di posizionarsi anche come evento artistico d’autore.
Visione e temi: del Toro, mostri e umanità
Guillermo del Toro ha più volte sottolineato che questa versione di Frankenstein non sarà un horror puro, ma piuttosto un film carico di tensione emotiva, in cui il conflitto interiore, la solitudine e il rapporto padre-figlio emergono con forza. In alcune interviste ha affermato che il racconto gli è personale, e che la creatura diventa un modo per esplorare il dolore, l’identità e la negazione.
La sua creatura, definita “staggeringly beautiful”, rompe con gli stereotipi mostruosi classici (niente bulloni al collo, niente deformità grottesche in eccesso), puntando a una forma che sa anche di vulnerabilità e dolore. Elordi ha parlato del trucco come di un rito di passaggio, non solo come tecnica estetica, per incarnare la sofferenza del personaggio nel profondo.
Del Toro stesso ha detto che il film lo capisce come nessun altro suo lavoro, perché “non è fare un film horror — mai — ma raccontare una storia emotiva”. Ci sono riferimenti impliciti al tema della genitorialità, del rifiuto della creatura e dell’ossessione del creatore, in un continuo scambio di ruoli tra vittima e carnefice.
Fonte: Netflix










