George Lucas si ritira da Star Wars e si dedica al museo del cinema

George Lucas in posa fotografica con il progetto del Lucas Museum of Narrative Art sullo sfondo

George Lucas, il celebre creatore della saga di Star Wars e fondatore delle società Lucasfilm e Industrial Light & Magic, ha ufficialmente dichiarato di aver lasciato il suo ruolo di supervisore creativo della galassia lontana lontana. Nel corso di un’intervista rilasciata al Wall Street Journal Magazine in occasione della serie “Innovators“, Lucas ha affermato che dopo aver ceduto la proprietà della saga a The Walt Disney Company nel 2012 con un accordo valutato in 4,05 miliardi di dollari, ha ora scelto di voltare pagina e concentrarsi su un nuovo progetto: la realizzazione del Lucas Museum of Narrative Art, un museo dedicato all’arte narrativa che aprirà a Los Angeles nel 2026.

Durante l’intervista, Lucas ha commentato con tono sereno: “La Disney l’ha rilevata e le ha dato la sua visione. È questo che è successo. Certo che l’ho superata. Insomma, ho una vita. Sto costruendo un museo. Un museo è più difficile da realizzare che fare film“.

Queste parole segnano un passaggio definitivo nel rapporto del regista con il franchise che lo ha reso famoso, sancendo un’evoluzione nella sua carriera: da narratore e regista immerso nell’universo Star Wars, a mecenate e collezionista d’arte, promotore di una visione più ampia dell’arte visiva e narrativa.

Dettagli dell’annuncio e del nuovo percorso

Lucas ha spiegato che ormai considera la saga Star Wars in mani sicure. Con queste affermazioni, Lucas non solo conferma che non intende più supervisionare direttamente la produzione della saga, ma ribadisce la scelta di destinare le sue energie verso la realizzazione del Lucas Museum of Narrative Art, situato a Los Angeles e destinato ad aprire nel corso del 2026.

Nel museo, Lucas e la sua co-fondatrice e moglie Mellody Hobson raccoglieranno opere che spaziano dall’arte illustrativa alla cultura pop, dai fumetti all’animazione, fino all’arte contemporanea afroamericana, delineando un ambiente che Lucas definisce “Un tempio dedicato all’arte popolare“. Tra le esposizioni ci sarà anche una galleria su Star Wars: “È una sola sezione su 33. E l’ho fatto con riluttanza, ha ammesso Lucas, spiegando che la saga sarà rappresentata solo come parte dell’insieme dell’arte narrativa.

Impatto e significato di questa scelta

La decisione di Lucas di lasciare la supervisione della saga Star Wars assume un valore simbolico per l’industria cinematografica e per i fan della saga. Da un lato, segnala che la proprietà intellettuale ha ormai raggiunto uno stadio in cui il suo fondatore può permettersi di distaccarsene e passare ad altri progetti di grande ambizione. Dall’altro, pone l’accento sul valore dell’arte narrativa e visiva oltre le singole opere cinematografiche.

Lucas, con il museo, ridefinisce il proprio ruolo. Non più solo autore di blockbuster, ma promotore di un’eredità culturale che vuole includere mondi visivi ampi e diversificati. Il Lucas Museum of Narrative Art, in questo senso, diventa un crocevia tra cinema, fumetto, illustrazione e arte pop, e rappresenta una dichiarazione d’intenti: la sua volontà di valorizzare forme d’arte che spesso sono state marginalizzate dai canoni ufficiali.

Per i fan, l’annuncio è significativo. Conferma che Star Wars non dipende più da Lucas in modo diretto, e che la saga proseguirà sotto la guida di Disney e Lucasfilm con una visione autonoma. Allo stesso tempo, Lucas ha dimostrato che per un creatore il momento del cedere un mondo può essere anche quello in cui si apre una nuova era.

Fonte: The Wall Street Journal via IGN

VIAIGN
FONTEThe Wall Street Journal

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