
In un progetto tanto incredibile quanto iconico, un team di sviluppatori ha portato il mitico videogioco DOOM su un satellite in orbita terrestre. L’impresa è stata documentata dalla testata TechSpot, che ha raccontato come sia stato possibile far girare il titolo su una piattaforma spaziale della ESA, la OP‑SAT.
Un’idea folle… e funzionante
L’esperimento ha preso vita quando un ingegnere della ESA ha contattato il programmatore norvegese Ólafur Waage chiedendo se fosse possibile far girare DOOM sull’OP-SAT, satellite sperimentale dalle dimensioni ridotte che orbita a centinaia di chilometri sopra la Terra.
La piattaforma utilizzata monta componenti piuttosto basiche: una FPGA Altera Cyclone 5 e un processore ARM dual-core Cortex-A9 — decisamente lontani dalle console moderne. Il team ha quindi dovuto fare varie modifiche: prima un porting in C++ per verificare che il sistema “calcolasse” correttamente, poi l’aggiunta di un rendering software e infine l’uso di fotogrammi reali della Terra come “skybox” del gioco per provare che realmente stesse girando in orbita.
Perché è interessante anche per il mondo gaming
Seppur l’idea sembri nerd al massimo grado, il risultato ha alcune implicazioni più profonde. Per prima cosa: dimostra come l’hardware “impossibile” possa essere piegato a uso creativo grazie al software. Per seconda: richiama l’attenzione su quale sia davvero il “device” videoludico — se persino un satellite può eseguire un gioco così “datato”, cosa significa per il concetto di piattaforma?
Infine, rappresenta un tributo alla cultura di modding e sperimentazione del videogioco, quella parte di comunità che trasforma “un gioco su un PC” in “un gioco ovunque”. Sul tema, su GameTimers.it troverai un approfondimento su come il modding sconfinato stia ridefinendo la scena videoludica moderna.
Quali elementi tecnologici emergono
L’operazione ha messo in evidenza alcuni fattori tecnici chiave: la gestione energetica di un satellite, la limitazione in risoluzione e colori (DOOM utilizza palette a 256 colori), e l’adattamento di una skybox reale mediante algoritmi di machine learning per armonizzare i colori al rendering software. È importante sottolineare che questo tipo di setup non ha finalità commerciali o di fruizione videoludica normale: è un esperimento tecnico e creativo. Ciò non toglie che funzioni come dimostrazione di “hardware estremo usato come platform”.
Fonte: Techspot
















