
Call of Duty: Black Ops 7 è stato recentemente al centro di un acceso dibattito dopo che alcuni osservatori hanno segnalato immagini di calling card (le carte da chiamata usate per personalizzare il profilo) con uno stile visivamente molto simile a quello dello Studio Ghibli, suggerendo che tali asset potrebbero essere stati generati da intelligenza artificiale.
Le accuse sull’uso dell’IA
Alcune calling card mostrano un’estetica dolce e quasi “da anime”, caratterizzata da palette pastello e personaggi stilizzati. Questo ha alimentato il sospetto che il team di sviluppo abbia fatto ricorso a tool generativi per produrre tali asset, piuttosto che realizzarli interamente a mano. Activision stessa ha inserito una nota nella pagina di Steam di Black Ops 7, confermando che il team “utilizza strumenti di IA generativa per aiutare a sviluppare alcune risorse di gioco.”
Nonostante questa ammissione, la casa di sviluppo non ha indicato con precisione quali elementi del gioco siano stati creati con l’IA, lasciando aperta la possibilità che le calling card in stile Ghibli siano state prodotte con un mix di interventi automatici e rifinitura manuale.
La risposta ufficiale di Treyarch
Treyarch ha cercato di fare chiarezza in merito, spiegando che gli strumenti di intelligenza artificiale servono principalmente a ottimizzare il flusso di lavoro, e non a sostituire la creatività degli sviluppatori. Miles Leslie, associate creative director dello studio, ha dichiarato che ogni asset generato viene comunque “rivisto, rifinito e approvato dal team umano”. Secondo Treyarch, l’uso dell’IA è uno strumento di supporto che aiuta a snellire alcuni processi interni, ma non determina da solo il contenuto finale del gioco.
Il contrasto stilistico e le implicazioni
È significativo che un gioco bellico come Black Ops faccia ricorso a un’estetica che richiama il mondo dell’animazione giapponese. Questo contrasto ha alimentato dubbi su quanto l’uso dell’IA possa essere motivato da ragioni puramente creative o piuttosto strategiche: l’adozione di uno stile virale come quello Ghibli può essere vista come un modo per generare interesse mediatico, ma rischia di suscitare polemiche riguardo all’autenticità artistica.
In aggiunta, questa vicenda si inserisce in un contesto più ampio: l’industria videoludica sta sempre più bilanciando la spinta innovativa dell’intelligenza artificiale con il bisogno di trasparenza e di rispetto per il lavoro degli artisti.
Questo episodio solleva questioni importanti su chi detiene la mano creativa in un’epoca in cui gli strumenti generativi sono sempre più accessibili. Se da un lato l’IA può aiutare nello sviluppo e ridurre i tempi, dall’altro il suo uso solleva interrogativi sulla proprietà artistica, sulla trasparenza e sul rispetto per il lavoro umano. Se Black Ops 7 dovesse continuare a utilizzare asset generati con l’IA senza una chiara dichiarazione su cosa è stato prodotto così, potrebbe intensificarsi il dibattito non solo tra giocatori, ma anche a livello di industria e regolamentazione creativa.
Fonte: PC Gamer










