Ubisoft vede l’AI generativa come una rivoluzione pari al passaggio al 3D

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Il CEO di Ubisoft, Yves Guillemot, ha ribadito che la generative AI rappresenta per l’industria dei videogiochi una rivoluzione “tanto importante quanto il passaggio al 3D”. Secondo diverse fonti, questa tecnologia non è più vista da Ubisoft come un esperimento di nicchia: è stata integrata “company-wide” in tutti gli studi, nei team di sviluppo e nei processi creativi.

Durante un recentissimo incontro con gli investitori, Guillemot ha sottolineato che Ubisoft sta utilizzando l’AI per “casi d’uso ad alto valore”: non solo per automatizzare operazioni tecniche, ma per creare esperienze di gioco più dinamiche, migliorare la qualità del prodotto e alleggerire il carico di lavoro su team di programmazione, arte e narrativa.

NPC intelligenti e gameplay reattivo

Uno degli esempi più concreti di come Ubisoft stia applicando questa visione è il progetto Teammates, evoluzione di Neo NPC. In questo prototipo, i PNG (personaggi non giocanti) generati dall’AI possono conversare in modo più naturale e adattarsi alle azioni del giocatore, rendendo l’esperienza di gioco più immersiva e reattiva.

Guillemot ha spiegato che Ubisoft è già passata dal prototipo alla realtà, confermando che alcuni test sono in corso e che i team in tutti gli studi stanno esplorando attivamente come sfruttare l’AI generativa nei giochi futuri.

Una trasformazione su scala globale

Questa non è una semplice sperimentazione: tutti gli studi di Ubisoft – a livello mondiale – stanno abbracciando l’AI generativa. Secondo Guillemot, l’adozione interessa vari reparti, tra programmazione, arte e miglioramento generale della qualità del gioco.

Per il CEO, questa è una “rivoluzione tecnologica” che cambierà radicalmente il modo in cui vengono creati i giochi, e Ubisoft vuole essere tra i leader di questa transizione.

Le implicazioni per il futuro dei giochi Ubisoft

La dichiarazione di Guillemot segna una scommessa strategica sul lungo periodo. Se l’AI generativa sarà davvero usata come previsto, potremmo vedere titoli Ubisoft con NPC che reagiscono in modo unicamente personalizzato, mondi più dinamici con meno contenuti pre-scriptati e una produzione più efficiente. Questa visione potrebbe ridefinire anche il concetto di “mondo aperto”: non più solo livelli progettati a tavolino, ma ambienti che evolvono in base alle scelte del giocatore.

Allo stesso tempo, l’adozione globale dell’AI solleva domande importanti su come verrà bilanciato il lavoro umano e l’automazione artistica: Ubisoft dovrà dimostrare che può usare l’AI in modo significativo senza sacrificare la creatività e l’anima dei suoi giochi.

Fonte: PC Gamer

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