
Un caso assurdo ha scosso la comunità hardware nei giorni scorsi: un utente che aveva ordinato una ASUS TUF Gaming GeForce RTX 5080 da Best Buy ha raccontato che, all’arrivo del pacco, la confezione — sigillata ma con evidenti segni di manomissione — conteneva non la tanto attesa GPU, bensì quattro sassi avvolti nel pluriball.
Secondo la testimonianza — riportata anche su un thread del forum dedicato all’hardware — l’ordine era stato effettuato il 25 novembre 2025, mentre la consegna è avvenuta il 28 novembre. A un primo sguardo la confezione sembrava integra, ma aprendo la scatola l’amara sorpresa: nessuna scheda video, solo rocce.
Inizialmente Best Buy aveva promesso una sostituzione, ma pochi giorni dopo, con una mail datata 2 dicembre, il supporto clienti ha rigettato la richiesta: dopo un’investigazione interna, la GPU non sarebbe stata rimandata né sarebbe stato riconosciuto un rimborso. L’acquirente si è così ritrovato senza prodotto né rimborso, e con 1.200 dollari bruciati.
Come è potuto succedere: le falle della logistica e del sistema
Secondo quanto emerso, il pacco è risultato particolarmente vulnerabile fin dall’inizio. La scatola della RTX 5080 non era inserita in un imballaggio neutro ma “in chiaro”, con le etichette di spedizione attaccate direttamente alla confezione retail — un fatto che, di per sé, rende evidente il contenuto di valore. Il sigillo risultava danneggiato e la confezione presentava segni che avrebbero dovuto allarmare chiunque controllasse il pacco.
Si ipotizza quindi che il furto sia avvenuto durante la fase di ritiro o restituzione del pacco, oppure in un magazzino, con soggetti in grado di sostituire la GPU con oggetti di peso simile (come sassi o mattoni) per ingannare i sistemi automatici di verifica.
Questo non è un caso isolato: negli ultimi mesi sono aumentati gli allarmi sul fenomeno delle “scatole truccate”, soprattutto per prodotti costosi come GPU e CPU, spesso rivendute più volte tramite marketplace.
Le conseguenze per l’acquirente — e un avvertimento per tutti
Per l’utente coinvolto, questo episodio rappresenta una perdita economica e un trauma di fiducia: una GPU da 1.200 dollari è scomparsa, sostituita da pietre, e nessun rimborso è stato concesso.
Oltre al danno economico, resta la delusione: molti attendevano la nuova generazione RTX 50 per aggiornare il PC, e si sono trovati con un buco nel budget — oltre che con il dubbio se sia possibile fidarsi ancora di acquisti online per componenti di fascia alta.
Per la community hardware, il caso è diventato un campanello d’allarme: occorre filmare l’unboxing, prestare attenzione al packaging, preferire ritiro in negozio o spedizioni con imballaggi anonimi, e — in caso di problemi — considerare subito chargeback o reclami ufficiali.
Cosa dicono i retailer e perché rischia di accadere ancora
Al momento Best Buy non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sull’accaduto. Fonti vicine al caso ipotizzano che la GPU sia stata rubata dopo l’uscita dal magazzino — una pratica che sfrutta le falle del sistema di inventario e controllo dei resi, soprattutto nei periodi di alta domanda.
Il fenomeno è noto come “commingling”: quando più venditori condividono uno stesso inventario (ad esempio su piattaforme come Amazon o nei grandi store), diventa più difficile tracciare l’origine precisa di un singolo pacco, rendendo più semplice la sostituzione fraudolenta.
Con l’aumento della domanda di GPU — spinto dai nuovi lanci e da anniversari come il Black Friday — queste pratiche fraudolente rischiano di intensificarsi.
Fonte: Reddit










