Call of Duty Black Ops 7: la Season 1 entra nella storia con il minor numero di cheater di sempre

Black Ops 7 Season 1 record minor numero di cheater

La Season 1 di Call of Duty: Black Ops 7 – integrata con Warzone – è stata descritta da Activision come la più “pulita” di sempre dal punto di vista dei cheater, segnando un risultato significativo nella lunga battaglia contro chi rovina l’esperienza online con trucchi e imbrogli. L’aggiornamento ha debuttato il 4 dicembre 2025, portando con sé non solo nuove mappe e modifiche al sistema di perk, ma anche uno dei migliori sistemi anti-cheat mai visti nella serie.

Secondo il post ufficiale condiviso dall’account dedicato agli aggiornamenti di Call of Duty, la maggioranza dei giocatori sta completando le proprie partite di Warzone senza incontrare alcun cheater, un obiettivo che Activision definisce il risultato più pulito mai raggiunto nella storia del battle royale di Call of Duty.

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Una battaglia vinta grazie a Ricochet Anti-Cheat

Il successo della Season 1 non è casuale: nel corso del 2025, Activision ha rafforzato notevolmente il suo sistema anti-cheat Ricochet con strumenti sempre più precisi e rapidi nel rilevare e bloccare i comportamenti sleali. Già durante la beta aperta di Black Ops 7, i dati preliminari avevano mostrato un livello di partite senza cheater vicino al 99 %, con il team di rilevamento che ha bannato un’enorme percentuale di utenti colti in flagrante entro i primi minuti di gioco.

I numeri emersi durante i test mostrano che nei giorni successivi alla fase beta, solo una piccolissima frazione delle partite ha visto la presenza di cheater, con percentuali di partite senza interferenze sleali in drastico aumento man mano che il sistema si adattava. Questo miglioramento è il frutto di anni di investimento e perfezionamento, oltre alla collaborazione tra sviluppatori e team dedicati alla sicurezza, e rappresenta una delle evoluzioni più significative nella lotta al cheating in un titolo competitivi online.

Perché questo record è importante

La serie Call of Duty e Warzone hanno spesso affrontato critiche da parte della community per l’ampia diffusione di cheater, in particolare nelle versioni precedenti come Black Ops 6 e Warzone standalone, dove episodi di imbrogli diffusi avevano reso frustrante l’esperienza multiplayer per molti giocatori.

La Season 1 di Black Ops 7, con la sua integrazione profonda con Warzone e la più forte performance anti-cheat mai vista, rappresenta quindi un punto di svolta per la serie: non solo per il minor numero di cheater in assoluto, ma anche per il fatto che la maggior parte delle partite si svolge senza interruzioni o interferenze, come sottolineato da Activision.

La comunità videoludica ha accolto positivamente il risultato, con molti commenti positivi e segnalazioni di partite più equilibrate e divertenti, anche se naturalmente il tema del cheating resta un problema in continua evoluzione per tutti i titoli multiplayer moderni.

La performance anti-cheat della Season 1 di Black Ops 7 non è soltanto un numero da record, ma un indicatore di come gli sviluppatori stiano provando a garantire un’esperienza più equa e competitiva per tutti. Le tecnologie come Ricochet continueranno ad essere aggiornate e migliorate, con obiettivi sempre più ambiziosi per mantenere il cheating al minimo possibile e consentire ai giocatori legittimi di concentrarsi sul gameplay e sulla competizione.

Questa evoluzione è fondamentale in un’epoca in cui gli sparatutto online tendono a dominare le classifiche di popolarità e in cui l’esperienza multiplayer rappresenta una delle componenti principali del valore di un titolo. Se Activision riuscirà a mantenere questi standard anche nelle stagioni future, Call of Duty: Black Ops 7 potrebbe segnare una delle epoche più pulite e godibili della saga.

Fonte: Activision

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