La stazione da gioco di Sony, fin dal lontano 1994, è diventata sinonimo di videogioco grazie alla semplice ma vincente strategia delle “esclusive”. Certo, Nintendo e SEGA infuriarono tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta con le mascotte più rappresentative dell’intrattenimento elettronico come lo conosciamo oggi, ma le inedite strategie della “Casa del Walkman” spiccarono per un approccio aggressivo e votato all’apertura di un gran numero di uffici per sviluppatori first party. Una peculiarità che, tra alti e bassi, ha dato carattere e personalità a tutte e tre le console Sony… e che ora si appresta a farlo anche con questa neonata next-gen, grazie all’atteso ritorno di Sucker Punch Productions e della sua saga… “infame”.
La struttura à la GTA che poteva essere comprensibile ai tempi dell’esordio della saga, oggi paga lo scotto del tempo.
Per quelli tra voi che ignoravano totalmente l’esistenza di prodotti scaturiti dal team di sviluppo di Washington che non abbiano a che fare con un procione (Rocket: Robot on wheel, Sly Cooper), basterà sapere che esiste anche un filone tutto superpoteri, scelte morali, esplosioni e free-roaming. Ma che abbiate passato decine di ore in compagnia dei poteri di Cole o che non sappiate un bel nulla dei Conduit e della storia di Empire City, il sontuoso inFAMOUS: Second Son dovrebbe essere comunque già nei vostri radar dai tempi dello scorso E3. Finalmente, abbiamo avuto modo di provare all’incirca un’ora della campagna principale del gioco negli uffici di Sony Playstation Italia.
Il comparto grafico sembra impaziente di salire sul palcoscenico con le vesti di protagonista e così, non appena ha inizio la sequenza che ci presenta tre dei personaggi di questa nuova avventura, ecco che la steady-cam si sofferma su impressionanti animazioni facciali, spaventosi algoritmi di illuminazione in tempo reale e suggestivi tessuti inzuppati da una pioggia battente. Peccato solo non vi sia alcuna traccia delle tavole da graphic novel che tanto spessore donavano ai suoi predecessori, immolate ora sull’altare di filmati in real-time alla ricerca dell’effetto “WOW”, che del resto giunge immancabilmente.
Il potere del fumo potrà essere rigenerato vicino alla cappa di un camino o nei pressi di un’automobile in fiamme, permettendoci di passare attraverso condutture o camini.
In ogni caso, la sequenza introduttiva si rivela in parte interattiva, costringendoci a prendere subito una scelta che determinerà la missione che ci si parerà davanti (rosso è il colore di quella “cattiva”, blu di quella “buona”… come per suoi predecessori o nella saga di Mass Effect, se preferite). Senza incappare nello spoiler, vi basti sapere che il giovane e ribelle Delsin e quel dolce maschiaccio di Abigail si ritroveranno a discutere vivacemente con Reggie, il fratello maggiore di Delsin. Situazione oltremodo prevedibile, quando il più grande fa il poliziotto in un mondo dove la gente con i poteri (Conduit) è additata di terrorismo e tuo fratello è il bersaglio di una vera e propria caccia alle streghe che fa di forze militari speciali (UDP) i suoi forconi. Che vi sentiate buoni perché appena sgusciati fuori dal letto della vostra donna con piena fiducia nel mondo, o che vi girino i cosiddetti abbastanza da vedere rosso cremisi, il gameplay rimarrà più o meno uguale indipendentemente dalla vostra morale.
Delsin assorbe i poteri degli altri Conduit (Heroes a qualcosa è servito, a quanto sembra…) e utilizza svariate fonti alternative per ricaricarli. Per esempio, il potere del fumo potrà essere rigenerato vicino alla cappa di un camino o nei pressi di un’automobile in fiamme, permettendoci di passare attraverso condutture o camini. L’uso del touchpad per il momento è apparso piuttosto circostanziale e limitato (simula il movimento verso destra per rompere il lucchetto, premi per ricaricare il potere, ecc.), sebbene sia presto per dare giudizi al riguardo (basti pensare che nella versione da noi provata avevamo a disposizione soltanto due poteri).
A dispetto di una struttura di gioco che “sa di vecchio”, il comparto tecnico si esibisce in una serie di raffinate evoluzioni
Se quindi sceglieremo la via in rosso, daremo la caccia con la ragazza laser ai manifestanti scesi in piazza per urlare contro i Conduit, mentre la via azzurra ci vedrà impegnati con degli spacciatori nella zona portuale di Seattle. Purtroppo, non c’è stato modo di consultare la mappa della città nella build da noi testata, circoscritta ad alcune aree ben limitate. Dopo qualche minuto, una volta normalizzato il livello di adrenalina causato dall’affascinante potere tutto caos e distruzione del nostro “supereroe”, sorgono però i primi dubbi. Infami pure loro… La struttura à la GTA che poteva essere comprensibile ai tempi dell’esordio della saga, oggi paga lo scotto del tempo. Uno scotto chiamato “GTA V”. E sì che persino Bioware cadde nell’oblio della ripetizione ad litteram delle “missioni secondarie” (perché le basi spaziali con le stessa, identica planimetria nelle quest secondarie di Mass Effect rimarranno tra i nostri peggiori incubi, confessiamolo!), ma le aspettative per questa next gen a seguito della nuova espressione dell’open world targato Rockstar sono di tutt’altra caratura. E di sicuro ritrovarsi davanti alla stessa situazione in una manciata di minuti di gioco, con nome diverso ma uguale sostanza, può risultare frustrante.
Il gameplay rimarrà più o meno uguale indipendentemente dalla vostra morale.
Certo, è più che comprensibile evitare stravolgimenti che potrebbero allontanare fan e vecchie guardie… ma riproporre difetti ed elementi non più al passo con i tempi è tutt’altra storia. A dispetto di una struttura di gioco che “sa di vecchio”, il comparto tecnico si esibisce in una serie di raffinate evoluzioni, tra gocce di pioggia che scivolano lungo lo schermo se proviamo a inquadrare il cielo ruotando la telecamera, a tutta una serie di convincenti effetti di luce e particellari. E quale migliore scenario di una Seattle fumosa e notturna per mostrare i muscoli dell’hardware di PlayStation 4?
Ma quando la nostra demo abbassa il sipario con un tagliente dialogo che fa dell’umorismo spiccato e noir il suo cavallo di battaglia, la più scontata delle osservazioni ci attraversa la mente: da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Ma sappiamo tutti come vanno a finire queste storie di tute al silicone e amori mai consumati… non è vero?