Ci sono titoli che, molto più di altri, contribuiscono a definire una piattaforma o un sistema di gioco. Sono fondamentali, perché fanno radicare nella mente del videogiocatore la convinzione di avere bisogno di quella piattaforma, di non poterne proprio fare a meno. Avete presente Inception di Christopher Nolan? Ecco, bravissimi: il concetto è proprio quello. EVE Valkyrie è il tarlo che si insinua nella nostra mente e ci sussurra: “Devi avere Oculus Rift. Oculus Rift è il futuro dei videogiochi… la realtà virtuale è il tuo nuovo Messia…”. Battute a parte, è proprio vero. Se c’è un titolo manifesto della nuova straordinaria tecnologia da gioco inventata da quel geniaccio di Palmer Luckey, questo risponde al nome di EVE: Valkyrie. Vediamo insieme come mai.
Puro gameplay di base, resistente come acciaio e solido come pietra.
EVE: Valkyrie, realizzato da CCP Games (lo studio situato in Islanda reso celebre dal mitico MMO tutto a base di intrighi e tradimenti EVE Online), ha origine come mera demo tecnica. Il team aveva infatti creato un semplice gioco basato su scontri spaziali per utilizzare il nuovo visore immersivo prodotto da Oculus VR. A seguito del travolgente successo di questo prototipo, tuttavia, CCP Games ha capito di avere per le mani una potenziale hit, decidendo pertanto di trasformare il progetto da una demo tecnica a un vero e proprio titolo commerciale per PC.
In EVE: Valkyrie, infatti, siamo al comando di un intercettore spaziale, impegnati a ingaggiare in duelli all’ultimo missile una serie di velivoli nemici.
Data di uscita di Eve: Valkyrie? In qualche punto del 2014… proprio come Oculus Rift, del quale sarà al 99% un titolo di lancio.
Personalmente, ho avuto modo di testare il gioco in due diverse occasioni: a Los Angeles, California, durante l’ultima edizione dell’Electronic Entertainment Expo, e poi alla Gamescom di Colonia. In entrambi i casi, senza giri di parole o mezze verità, il gioco mi ha letteralmente elettrizzato, facendomi venire una voglia pazzesca di continuare a divertirmici, ben oltre i pochi minuti della demo.
EVE: Valkyrie somiglia, a livello di presentazione e gameplay, ad alcuni mitici simulatori spaziali che hanno segnato la storia dei videogiochi, specialmente su PC. Penso ovviamente alle indimenticabili saghe di X-Wing e Tie Fighter firmate LucasArts, o all’immortale Wing Commander di Chris Roberts, peraltro attualmente all’opera su un titolo dello stesso genere e che anch’esso supporterà Oculus Rift (Star Citizen). In EVE: Valkyrie, infatti, siamo al comando di un intercettore spaziale, impegnati a ingaggiare in duelli all’ultimo missile una serie di velivoli nemici. Se ci sarà una storia (il che è probabile), al momento non è dato saperlo, perché il titolo era testabile solo in multiplayer: una squadriglia di tre navi contro altrettanti mezzi rivali.
Pad alla mano e visore sugli occhi, entriamo nel nostro caccia, completamente immersi nell’illusione del gioco. Vediamo davanti a noi il cockpit, con oltre lo spazio profondo e l’hangar dell’astronave madre. La sensazione di essere altrove è magistrale: ci guardiamo intorno e siamo sempre più convinti ed esaltati… osserviamo le gambe e le mani del pilota (le nostre!), tutti i minimi dettagli dell’abitacolo in alta risoluzione… ci sentiamo pronti all’azione come il Colonnello Christopher Blair prima di iniziare una missione contro i Kilrathi, e improvvisamente sentiamo di non poter attendere un secondo di più. Vogliamo volare e combattere!
Poi, tutto a un tratto, siamo accontentati. Il nostro velivolo schizza in avanti, uscendo dalla nave madre e conquistando lo spazio oscuro. Il radar è lì a mostrarci la posizione dei compagni e dei nemici, ovviamente indicati con il classico e allarmante colore rosso. Radar a parte, però, siamo noi che cerchiamo il contatto visivo, girando la testa, alzando e abbassando lo sguardo e, in generale, scrutando lo spazio che ci avvolge. Siamo lì, in prima persona, coinvolti come mai prima d’ora.
Ci sentiamo pronti all’azione come il Colonnello Christopher Blair prima di iniziare una missione contro i Kilrathi.
Il sistema di controllo è impeccabile, muoversi e agire è assolutamente intuitivo. Con la leva analogica ci muoviamo, per il resto i comandi da gestire sono una sorta di turbo per effettuare uno sprint in avanti e due armi principali: un cannone laser e il fedele lanciamissili. E qui arriva il bello del gioco! Mentre i laser si gestiscono tradizionalmente (vi muoverete tenendo il bersaglio al centro e sparerete premendo un dorsale ripetutamente per fiaccare i suoi scudi), i missili per il corto raggio vi riserveranno le gioie più grandi di EVE: Valkyrie. Il perché è presto detto. Una volta che con un’abile manovra vi sarete piazzati saldamente in coda al nemico, dovrete tenere premuto il tasto dorsale e puntare il bersaglio con lo sguardo, al quale è associato il mirino. Dopo circa tre secondi (ehi, guai a distogliere lo sguardo!), avrete il “lock” del mirino. A quel punto, finalmente, potrete lasciare andare il tasto: il missile partirà verso la nave nemica, abbattendola. Inutile sottolineare che la vostra soddisfazione sarà immensa!
EVE: Valkyrie, forte di questo semplice schema di gioco ma soprattutto di Oculus Rift e dei suoi geniali controlli, diverte e convince, riportandoci all’epoca in cui era il semplice divertimento a fare la differenza, senza tanti fronzoli e orpelli. Puro gameplay di base, resistente come acciaio e solido come pietra. Dannazione, la squadra nemica è ancora avanti di un punto. Coraggio, un altro missile. Solo un altro…