La premessa del gioco è ben diversa rispetto a quella del gioco originale: non interpretate più Talion, bensì la sua spalla Celebrimbor, prima che diventasse lo spirito che abbiamo imparato a conoscere ne L’ombra di Mordor. A livello narrativo, dunque, il DLC si colloca in anticipo rispetto a quelle vicende e permette di gettare un’occhiata su dei momenti inesplorati della storia, il che è una premessa interessante. Potremo infatti scoprire cosa succede dopo che Celebrimbor ruba l’Unico Anello a Sauron, nel tentativo di sottrargli il potere. Il vostro nemico, quindi, sarà nientemeno che l’oscuro signore, altro concetto quanto meno intrigante. Tuttavia, è il modo in cui queste idee vengono implementate a lasciare a desiderare.
Il problema principale de Il lucente signore non è nei contenuti, quanto piuttosto nella loro limitatezza.
Il primo problema che abbiamo riscontrato risiede nel setting, drasticamente ridimensionato rispetto al gioco originale. Anche a livello di art direction abbiamo qualcosa da ridire: Monolith si è limitata a prendere Udun e ad applicare una nebbia rossa, che non permette minimamente di percepire l’intensità che suggerirebbe un dominio opprimente come quello di Sauron. Non solo, la nebbia rossa causa persino dei problemi al gameplay, rendendo difficilmente navigabile l’ambientazione open world, il che è gravissimo se consideriamo che questo era l’anima de L’ombra di Mordor. È chiaro che Monolith aveva bisogno di riusare gli asset per il DLC, ma l’ha fatto in un modo palesemente pigro e privo di inventiva.
Il Nemesis System, fatto di accurate pianificazioni e sorprendenti effetti a lungo termine, semplicemente non funziona all’interno di una campagna così breve.
Un simile riciclo è stato operato anche per quanto riguarda il personaggio di Celebrimbor, che è praticamente uguale a Talion per quanto riguarda le abilità; Celebrimbor ha tuttavia dalla sua un potere di persuasione che gli permette di controllare la mente degli orchi, così come avveniva nel gioco originale. Infine, questo personaggio ha dalla sua anche l’Unico Anello, anche se il modo in cui funziona non rende piena giustizia al peso narrativo di tale scelta. L’Anello infatti vi permetterà di rallentare il tempo e compiere delle esecuzioni senza limite. A differenza della campagna principale, non c’è molto spazio per sviluppare Celebrimbor e, in generale, il respiro della campagna è decisamente meno ampio, il che ci potrebbe anche stare se non fosse che i sistemi del gioco soffocano all’interno di una struttura narrativa così limitata.
Il vostro scopo sarà infatti plagiare tutti i comandanti di Udun e costringerli a combattere contro Sauron; la maggior parte del tempo sarete quindi chiamati a infiltrarvi nelle fortezze dei nemici e raggiungere gli orchi necessari allo scopo. Nulla di troppo diverso dal Mordor originale, ma la differenza è che si tratta di una campagna molto breve: parliamo di 7-8 ore. Il Nemesis System, fatto di accurate pianificazioni e sorprendenti effetti a lungo termine, semplicemente non funziona all’interno di una campagna così breve. All’atto pratico, vi troverete quindi con una serie di scontri in sequenza, da affrontare uno dopo l’altro, come in qualunque altro hack & slash.
Il primo problema che abbiamo riscontrato risiede nel setting, drasticamente ridimensionato rispetto al gioco originale.
Una delle lamentele rivolte al Mordor originale era la sua eccessiva facilità dopo che Talion era stato potenziato al massimo; Il signore lucente tenta di alzarla, ma con delle scelte di design che fanno alzare il sopracciglio. Per esempio, non sarete più in grado di colpire un alleato mentre state già colpendo il comandante, il che si rivela piuttosto fastidioso in quanto non potrete elaborare una strategia, cosa che invece rendeva il combat system del gioco originale particolarmente brillante.
Un altro problema de Il signore lucente è che si affida troppo sul potere di controllo di Celebrimbor, che era già una delle caratteristiche più deboli del gioco originale, e che è stato introdotto in questo DLC in maniera massiccia, senza tuttavia costruirgli intorno un’adeguata infrastruttura. I personaggi plagiati infatti sono quasi impossibili da controllare, e se Celebrimbor userà una combo potrà colpirli inavvertitamente, rendendovi la vita difficile qualora voleste mettere in piedi un piccolo esercito di uruk-hai.
Il problema principale de Il lucente signore non è nei contenuti, quanto piuttosto nella loro limitatezza. Si tratta di un more of the same, molto “same” e poco “more”, che in fin dei conti non aggiunge nulla di nuovo a L’ombra di Mordor né ne corregge le mancanze. Neanche lo scontro finale con Sauron riesce a salvarlo. In poche parole? Risparmiate i vostri soldi.