Ian Livingstone è il boss di Eidos, un signore di 65 anni che, a dispetto dell’età, i videogiochi li ama e li comprende a fondo. È stato recentemente intervistato dall’Indipendent e merita di essere ascoltato, anche perché non risparmia critiche al governo e al sistema educativo inglese che, a suo parere, dovrebbero fare di più per il videogioco. Ian parte proprio dalla scuola per indicare che dovrebbe fare di più per stimolare i giovani: “I ragazzi sono annoiati a morte dal dover utilizzare la tecnologia in classe, e non sono stimolati a creare. Non ha senso chiedere agli studenti di studiare Excel per un anno: così facendo, non fai che allontanarli dalla tecnologia“. Prosegue parlando dello stato dell’industria dei giochi inglese, sostenendo che uno dei grossi problemi è che buona parte delle idee generate in UK poi finiscono nelle mani di altri paesi, come nel caso d Lara Croft, ora sviluppata in California e “posseduta” (in termini di diritti d’autore) da un’azienda giapponese. “Ci mancano fabbriche per costruire gadget e simili che possano dare valore immediato alle nostre proprietà intellettuali, tanto che spesso i produttori sono costretti a vendere i diritti all’estero per finanziare il progetto, così che mentre noi vinciamo BAFTA e Oscar, i soldi alla fine vengono incassati oltreoceano“.
Nella lunga intervista, Ian non risparmia critiche a chi considera i videogiochi violenti pericolosi, sottolineando come solamente il 5% dei giochi sono consigliati a un pubblico adulto (i famosi PEGI 18), eppure molti li additano come responsabili di comportamenti aggressivi, mentre quando si parla di film – che contengono ben più violenza- il problema non si pone minimamente.
Fonte: Indipendent