A Normal Lost Phone – Recensione

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Che fine ha fatto Sam?

Senza alcuna vera introduzione, A Normal Lost Phone ci proietta istantaneamente al centro della storia, mettendoci in possesso di un telefono presumibilmente smarrito. Bastano pochi minuti di investigazione per ricavare i primi generali indizi sul soggetto a cui lo smartphone appartiene: una persona chiamata Sam, sagace liceale ed eccellente musicista, inspiegabilmente scomparsa durante la sera del suo diciottesimo compleanno.

Rivelare ulteriori dettagli relativi agli eventi sarebbe decisamente un peccato, anche perché siamo di fronte a una trama di altissima qualità, intrigante e avvolgente, ricca di colpi di scena e in grado di accostare opportunamente argomenti leggeri a tematiche estremamente delicate. Amori, amicizie e parentele si intrecciano in modo continuo, tessendo un’intricata tela di gelosie, litigi, inganni e ambiguità dalla quale non si può che rimanere affascinati.

Analizzando le tante conversazioni consultabili, ci si rende subito conto della grande attenzione riservata al comparto linguistico

Ogni singolo pezzo del puzzle combacia perfettamente con gli altri, non esistono elementi contrastanti, ciascun enigma spinge al compimento di un’ultima e imprevedibile azione, guidandoci tacitamente verso un finale impensabile. Una conclusione sbalorditiva che, purtroppo, il sottoscritto ha raggiunto in appena due ore, leggendo per intero qualsiasi tipo di testo, ascoltando tutti i brani e ottenendo persino i tredici achievement disponibili.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto:
8,5
a-normal-lost-phone-recensione<b>PRO</b><br> Storia avvolgente. <br> Gameplay originale. <br> Tematiche complesse e delicate. <br> Conversazioni convincenti. <br> <b>CONTRO</b><br> Enigmi facili e limitati. <br> Durata troppo breve. <br>