Abandoned: Blue Box Game Studios tutta la storia, cosa c’entrano Hideo Kojima, Konami, Bloober Team e Silent Hill

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Blue Box Game Studios: le strane connessioni con Hideo Kojima

Dal momento della pubblicazione delle prime informazioni riguardanti Abandoned, sono in molti ad avere associato il gioco a Silent Hill. Sebbene molte delle dicerie possano essere bollate come rumor o collegamenti forzati, c’é da dire che Blue Box ne ha approfittato alla grande fornendo lei stessa indizi che la collegassero all’IP horror di Konami. Volete un esempio? Ecco un tweet datato giugno 2021 pubblicato da Blue Box e ancora disponibile nella timeline.

Blue-Box-tweet-bloody-snowflakes

Una dicitura come tante altre, giusto? Informazioni sommarie sulle caratteristiche di gioco come la risoluzione in 4K, il framerate fissato a 60fps, la grafica next-gen (per la quale verrà utilizzato Unreal Engine 5). Poi le caratteristiche meno tecniche come l’assenza di HUD, controllo manuale delle munizioni e delle ferite. Insomma, la promessa é quella di un survival realistico e cinematografico allo stesso tempo.

E “Snowflakes of Blood”? Cosa dovrebbe significare, lì in mezzo, fiocchi di neve insanguinati? O fiocchi di sangue se preferite. Bene, una risposta abbiamo provato a cercarla ed il collegamento é con PlayStation Europe e la Gamescom del 2014. Vediamo insieme a che cosa ci stiamo riferendo.

Il teaser che vedete, di appena dieci secondi, anticipa l’annuncio, che sarebbe arrivato pochi giorni dopo durante la manifestazione di Colonia, di un videogioco horror, in sviluppo in esclusiva per PlayStation 4. Vi ricordate quale gioco horror venne annunciato durante quell’edizione della Gamescom? Vi diamo un indizio: horror, in prima persona, con grafica realistica e senza HUD. Avete ancora qualche dubbio? Ok, ecco la risposta.

Questo video, tra l’altro, contiene una frase all’inizio che ci sembra molto indicativa e che vogliamo riportare.

“I saw myself walking in front of me… but it wasn’t really me”

P.T. – Gamescom 2014 Teaser

Ho visto me stesso camminare davanti a me. Ma non ero davvero io. Viene introdotto cioé il concetto di doppio. Di un “sé” altro rispetto all’avatar di gioco. Qualcuno che ci somiglia abbastanza da confonderci inizialmente ma non abbastanza da non farci capire che non si tratti davvero di noi. Come si trattasse di un riflesso su uno specchio distorto, un doppelgänger, un fratello o un fantasma. Certo, sono thrope molto comuni in titoli di stampo horror psicologico. Specialmente in Silent Hill dove gli specchi (Origins) forniscono la porta d’accesso ad un mondo altro. In Silent Hill 3, invece, la famosa stanza con lo specchio decreta la nostra condanna nel momento in cui il riflesso che abbiamo di fronte smette di essere un semplice effetto della luce che rimbalza tra noi e l’effetto fisico ma diventa manifestazione dell’orrore smettendo di obbedire alle leggi fisiche.

Il tema dei fratelli, dello scambio di persona, del doppio é invece una delle tematiche principali rintracciate in Metal Gear Solid. Pensiamo al rapporto tra Solid, Liquid e Solidus o a quello tra Big Boss e Venom Snake. Nel primo caso, gemelli con un patrimonio genetico speculare (Liquid e Solid) o identico a quello di origine (Solidus). In Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, viene invece presentato il tema del doppio e dell’inganno nei confronti del protagonista e del videogiocatore a opera di chi sta dietro le quinte. Il game-director. Fu lo stesso Hideo Kojima a dire che era necessario deludere le aspettative. Era il 2017 e Kojima era sul palco di E3 a chiacchierare con Jordan Vogt-Roberts.

Con un semplice espediente fu lui stesso a ingannare il pubblico con un orchestrato gioco di specchi che restituì al mondo l’immagine di Joakim Mogren, della fittizia Moby Dick Studios. L’inganno venne poi svelato durante la Game Developer Conference del 2013.

Qualcosa di molto simile, in fondo, venne fatta anche con P.T. nel primissimo teaser. Avete notato la presenza della dicitura 7780s? Ecco, quello che avrebbe dovuto essere il nome dello studio di sviluppo era in realtà un nome fittizio e creato per l’occasione. Come spiegò lo stesso Kojima in una puntata di Kojima Station – il suo vecchio podcast sotto Konami – 7780 era l’estensione in metri quadrati dell’area di Shizuoka. Il nome dell’area somiglia molto alla parola Shizuka, silenzioso. Silent, appunto.

Diciamo che, dunque, se si rivelasse esserci lui dietro al progetto e non Hasan Kahraman saremmo di fronte ad uno stunt molto simile a quello già tentato 10 anni fa ma – almeno secondo la nostra impressione – con una potenza decisamente maggiore che in passato. Ma perché stiamo parlando del doppio e Joakim Mogren perché abbiamo citato i fiocchi di neve? Andiamo con ordine partendo dall’ultimo punto: la neve.

abandoned-title-screen-playstation-store

Quella che vedete é l’immagine scelta per rappresentare Abandoned su PlayStation Store. Bisogna aguzzare un po’ la vista per notare che si tratta di un tappeto di neve dove, sulla destra, é possibile intravedere delle orme. Notate qualcosa di strano? A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, le impronte, invece che mantenere sempre la stessa profondità sembrano affievolirsi, come se chi le ha lasciate stesse mano a mano perdendo di massa e fisicità o come se quelle impronte, mano a mano che si procede, fossero inghiottite dalla nebbia.

“I saw myself walking in front of me. But it wasn’t really me”.

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