Abandoned: Blue Box Game Studios tutta la storia, cosa c’entrano Hideo Kojima, Konami, Bloober Team e Silent Hill

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Perchè è nata la Kojima Conspiracy? Cosa c’entra Blue Box Game Studios

Blue Box Game Studios, l’azienda responsabile dello sviluppo di Abandoned è nata a Leiden (Olanda) nel lontano aprile 2015 come citano i documenti disponibili online. Quella data, per molti insignificante è, invece, per i fan di Hideo Kojima e Silent Hill un momento fondamentale. Il 27 di quel mese del 2015 scoprivamo – attraverso Polygon – che Konami avesse imposto uno stop forzato ai lavori su Silent Hills, quinto capitolo della serie curato dal papà di Metal Gear. Si trattò del primo atto nel lungo processo di separazione tra Kojima e Konami. Già il 9 di aprile 2015 Donna Burke, con alcuni post su twitter, aveva svelato un divorzio avvenuto.

La cantante fu poi costretta a ritrattare le sue stesse dichiarazioni. Lei e Akio Otsuka (voce Giapponese di Solid Snake e Venom Snake), si prodigarono nel tentativo di smentire una voce che rischiava di affondare Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, oramai prossimo all’uscita. L’azienda stessa si impegnò a stroncare ogni rumor con dei comunicati ufficiali.

L’ufficialità del divorzio Konami/Kojima sarebbe arrivata solo più avanti, a seguito del controverso divieto imposto dalla compagnia al suo ex sviluppatore di ritirare il premio ottenuto dal titolo ai Game Awards (Best Action Game, ndr). Un episodio commentato negativamente anche da Geoff Keighley in diretta dal palco. “Inconcepibile” disse l’host della serata.

Superato l’evento si procedette a formalizzare la separazione e le seconde nozze tra Hideo e PlayStation sancito da una stretta di mano tra il fondatore di una rinnovata Kojima Productions e Andrew House, allora CEO di Sony Interactive Entertainment prima dell’avvento di Shawn Layden.

Su questo curioso caso di separazione furono fatte le speculazioni più varie. La prima vedeva una Konami decisamente arrabbiata per il supposto ritardo col quale procedevano i lavori su The Phantom Pain. Il costo di 80 milioni di dollari (allora un record per un gioco come quello, dati Nikkei) sembra non sia piaciuto ai vertici di Konami che temevano di non rientrare dell’investimento.

Per la cronaca, dopo appena 48h nei negozi, del titolo erano state vendute 3 milioni di copie. Un successivo report di Adobe, condiviso da Venture Beat, racconterà di introiti pari a 179 milioni di dollari (oltre il doppio del budget impiegato) incassati nel primissimo giorno!

La questione si risolse con l’annuncio di una data di uscita fissata al 1 settembre 2015. Il gioco arrivato nei negozi aveva palesemente bisogno di ulteriore lavoro. Per stessa ammissione di Kojima e Konami, mancava almeno una missione che avrebbe dovuto chiudere uno degli archi narrativi. I dataminer individuarono poi indizi di un ulteriore capitolo interno al gioco di cui, però, non si seppe mai più nulla.

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A questa ricostruzione, che mescola supposizioni e fatti, se ne affianca un’altra, più azzardata ma che alla luce dei fatti recenti – e dell’accostamento con Abandoned – sembra più plausibile. Sul sito francese Gameblog, a giugno 2020, viene pubblicata una teoria secondo la quale la reale causa del licenziamento di Kojima sia da ricercare in una supposta pratica scorretta da parte dell’autore che, stando alla ricostruzione fatta dal sito, avrebbe deviato parte dei fondi destinati a The Phantom Pain su Silent Hills contro il consenso di Konami che, invece, aveva previsto un team molto più ridotto per il gioco horror. L’articolo attirò l’attenzione della rinnovata Kojima Productions che smentì categoricamente la ricostruzione.

Rivedendo la timeline degli eventi ricordiamo come cruciale sia il mese di Aprile 2015. Quel mese segna, nell’ordine: le prime voci di un licenziamento di Kojima, la cancellazione del progetto P.T. – Silent Hills e la fondazione di Blue Box Game Studios.

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