
La crisi globale delle memorie RAM inizia ad avere effetti concreti anche sui prezzi dei PC, e dopo Dell anche Acer e ASUS avrebbero deciso di prepararsi ad aumenti nei listini. Secondo quanto riportato da fonti internazionali, la crescente scarsità di moduli di memoria sta mettendo sotto pressione l’intera filiera, costringendo i grandi produttori hardware a rivedere strategie e margini.
Si tratta di un segnale importante, perché coinvolge due dei principali brand del mercato consumer e gaming, con un impatto che potrebbe riflettersi direttamente sui prezzi finali di notebook, desktop e soluzioni portatili nei prossimi mesi.
La scarsità di RAM diventa un problema strutturale
Il nodo centrale è la disponibilità limitata di memorie DRAM, in particolare dei tagli più elevati e delle soluzioni di nuova generazione. I produttori di chip stanno concentrando parte della produzione su segmenti più redditizi, come server e data center, riducendo di fatto le forniture destinate al mercato consumer.
Questa dinamica sta generando un aumento progressivo dei costi di approvvigionamento, che aziende come Acer e ASUS non riescono più ad assorbire internamente senza intaccare i margini. Da qui la decisione di valutare rincari sui prodotti finali, seguendo una strada già intrapresa da altri colossi del settore.
Notebook e PC gaming tra i più colpiti
Gli aumenti di prezzo potrebbero colpire in modo particolare notebook e PC da gaming, categorie che negli ultimi anni hanno visto crescere in modo significativo le dotazioni di memoria. Configurazioni con 16 GB o 32 GB di RAM, ormai sempre più diffuse anche nella fascia media, diventano più costose da sostenere in uno scenario di scarsità.
Per Acer e ASUS, che operano fortemente in questi segmenti, il problema è duplice: da un lato contenere i costi, dall’altro mantenere competitivi prodotti molto sensibili al rapporto qualità-prezzo. Una sfida complessa, soprattutto in un mercato già segnato da inflazione e rallentamento della domanda in alcune aree.
Il rischio di un effetto domino sul mercato
L’eventuale aumento dei prezzi da parte di Acer e ASUS potrebbe innescare un effetto domino, spingendo anche altri produttori a rivedere i listini. Quando i costi delle componenti chiave come la RAM crescono, l’impatto non riguarda solo i modelli di punta, ma tende a riflettersi sull’intera gamma. Il mercato hardware è estremamente sensibile alle tensioni sulla supply chain, e basta un collo di bottiglia su un componente strategico per influenzare l’intero ecosistema.
Una situazione che potrebbe durare nel tempo
Le prospettive a breve termine non sembrano indicare una rapida normalizzazione, soprattutto se la domanda di memorie ad alte prestazioni continuerà a crescere nei settori enterprise e AI. Questo rende plausibile uno scenario in cui i prezzi più alti diventino la nuova normalità, almeno fino a quando la capacità produttiva non verrà riequilibrata.
Per i consumatori, questo potrebbe tradursi nella necessità di anticipare eventuali acquisti o valutare con maggiore attenzione le configurazioni, mentre per i produttori sarà fondamentale comunicare in modo trasparente le ragioni degli aumenti.
Acer e ASUS si trovano davanti a una scelta quasi obbligata, in un contesto in cui la crisi delle memorie RAM sta ridisegnando gli equilibri del mercato hardware. L’aumento dei prezzi appare sempre più probabile e rischia di coinvolgere una vasta gamma di PC e notebook nei prossimi mesi. Un’ulteriore conferma di come le dinamiche della supply chain continuino a influenzare in modo diretto il portafoglio degli utenti finali.
Fonte: WCCFTech










