Il mondo della musica italiana è in lutto per la scomparsa di Beppe Vessicchio, storico direttore d’orchestra, arrangiatore e volto televisivo. Si è spento all’età di 69 anni presso l’ospedale Ospedale San Camillo‑Forlanini di Roma, a causa di una polmonite interstiziale precipitata rapidamente.
Un’eredità musicale e televisiva
Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Vessicchio ha iniziato la sua carriera musicale come diplomato in pianoforte, muovendo i primi passi tra gli artisti partenopei come Edoardo Bennato e Peppino di Capri. Con il tempo, è diventato una presenza costante del Festival di Sanremo, dove la sua figura era riconosciuta e amata generazione dopo generazione.
Oltre alla musica “tradizionale”, Vessicchio ha saputo prestare la sua arte anche a contesti più pop-mediatici: tra questi va ricordata la collaborazione con il gruppo di videomaker The Jackal, con cui ha partecipato a sketch ironici e riconvertito la sua immagine in modo originale.
Vessicchio e i The Jackal: quando il maestro entra nella cultura pop
Non solo direttore d’orchestra: Vessicchio ha dimostrato una grande apertura alla comunicazione di massa e alla pop-culture. I The Jackal, pionieri della video-comedy italiana, lo hanno coinvolto in uno dei loro sketch cult, “Dieci scuse per non vedere Sanremo”, dove il maestro compariva sul divano accanto a loro in un ironico “deep Sanremo” che mescolava musica, televisione e meme.
Questa collaborazione ha reso ancor più riconoscibile Vessicchio anche per un pubblico giovane, contribuendo a costruire un ponte tra l’alta musica orchestrale e la cultura digitale degli sketch e dei social.
Le circostanze della scomparsa
La notizia della morte giunge in un pomeriggio di novembre: il maestro era ricoverato all’Ospedale San Camillo di Roma a seguito di una polmonite interstiziale molto grave. La famiglia ha reso noto che i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.
Il significato dell’addio
Con la scomparsa di Vessicchio, l’Italia perde non solo un artista di altissimo livello, ma anche un uomo capace di coniugare rigore musicale e popolarità televisiva. Era un ponte tra la musica di tradizione e l’intrattenimento contemporaneo, e la sua leggenda resterà viva in ogni applauso che lo precedeva: «Dirige l’orchestra il maestro Beppe Vessicchio».
Beppe Vessicchio lascia un’eredità che va oltre le note: la sua capacità di farsi riconoscere, di trasformarsi in icona e di rendere la musica accessibile a tutti lo rende unico. In un mondo in cui la distinzione tra cultura alta e intrattenimento spesso si perde, ha saputo restare un segno di eleganza e autenticità. L’Italia lo ricorda, oggi e sempre.
Fonte: Il Giornale








