Alien: Romulus e The Last of Us Parte 2 sono, in qualche modo, collegati, un po’ come lo furono Prey e God of War. Chiaramente non si parla né di lore, né della somiglianza indiscutibile tra Cailee Spaeny ed Ellie, specialmente nella sua versione vista proprio nell’ultimo gioco di Naughty Dog, o ancora della sospetta somiglianza tra Navarro, uno degli amici di Ray, e Lev. A legarli è, per stessa ammissione di Fede Álvarez, regista del film, una scelta di trama. Avvisiamo di conseguenza che l’articolo conterrà spoiler sia di Alien: Romulus che di The Last of Us Parte 2 e della seconda stagione della serie TV.
Alien Romulus e The Last of Us Parte 2: Avvertimento SPOILER
In un post su X, Fede Álvarez ha parlato proprio di questa scelta. Durante lo sviluppo di Alien: Romulus, il regista stava giocando The Last of Us Parte 2. L’aver scoperto della gravidanza di Dina ha fatto scattare un click nel regista, ritenendola una scelta narrativa che avrebbe funzionato bene nella sua pellicola. Ironia della sorte, la ragazza gravida del film è Kay, interpretata da Isabela Merced, la stessa che, tra pochi mesi, rivedremo proprio nei panni di Dina nella seconda stagione di The Last of Us.
“Fatto divertente: stavo giocando The Last of Us Parte 2 mentre scrivevo la sceneggiatura di Alien: Romulus. La storia di una Dina incinta mi ha fatto pensare di avere anche il personaggio di Kay incinta. Poi ho scritturato Isabela Merced per interpretare Kay… e un anno dopo viene poi scritturata per interpretare Dina nello show HBO”, spiega il regista. Chiaramente, il legame tra i due personaggi terminano qui, come ben saprà chi ha visto il film e giocato al videogioco.
Nel frattempo, la pellicola ha riacceso l’interesse dei fan verso il franchise partorito da Ridley Scott, e questo potrebbe portare a diverse conseguenze sul suo futuro, tra cui un possibile nuovo Aliens vs Predator co-diretto da Álvarez e Dan Trachtenberg, regista di Prey. Parlando al presente, invece, la Sevastapol di Alien Isolation si è ripopolata di persone. Siamo lontani dai fasti di un tempo, ma è comunque un buon segnale, considerando che parliamo di un horror single player con ormai 10 anni sul groppone.
Fonte: Fede Álvarez