
È emersa una dinamica significativa secondo cui gli amiibo stanno diventando più costosi negli Stati Uniti in seguito agli ultimi dazi imposti dal governo di Donald Trump. Le nuove linee amiibo presentate nel recente Nintendo Direct mostrano listini americani molto più alti rispetto al passato, con figure come quelle di The Legend of Zelda (Sidon, Riju, Yunobo, Tulin), Metroid Prime 4 e quelle di Street Fighter 6 che ora costano rispettivamente 29,99$ o 39,99$ negli USA, prezzi ben superiori rispetto a quelli di uscita precedenti. Il motivo principale individuato è che una parte della produzione degli amiibo, pur essendo collegata alla nuova console Switch 2 in Vietnam, viene ancora realizzata in Cina, dove i dazi sulle importazioni sono elevati.
Comparazione con altri mercati e il “gap” Europa-USA
Anche se per ora gli aumenti riguardano prevalentemente il mercato USA, emergono segnalazioni che anche i prezzi europei stanno subendo aggiustamenti per evitare che il divario diventi troppo marcato. Un confronto recente mostra che alcuni nuovi amiibo che costano, ad esempio, 39,99$ negli Stati Uniti vengono venduti in Europa a circa 29,99€, cioè con una differenza fissa di circa 10€ in meno nonostante il valore dell’euro, la VAT e i costi di importazione. Questo fenomeno sembra essere una strategia delle aziende per non rendere il mercato statunitense troppo penalizzante agli occhi dei consumatori internazionali, ma porta anche a spinte sui prezzi al rialzo in altri paesi per compensare i costi addizionali.
Alcuni esempi concreti di aumento
Tra gli esempi più chiari ci sono quelle figure amiibo che storicamente costavano meno ma che oggi vengono rilanciate con prezzo significativamente maggiore. Un esempio è Tears of the Kingdom Ganondorf, il cui prezzo è passato da 19,99$ a 29,99$ in USA, mentre figure legacy come Super Mario Rosalina sono aumentate da 15,99$ a 19,99$. Nei casi nominati di nuove linee, la fascia Standard delle figure Zelda si colloca ora intorno a 29,99$, rispetto a 19,99$ in precedenza.
Implicazioni per i collezionisti e per il mercato globale
Per i collezionisti statunitensi, gli aumenti rappresentano una barriera concreta, specie per chi vuole acquisire molte figure. Alcune persone segnalano che la recente ondata di prezzi più alti potrebbe fermare o rallentare le raccolte, dato che ogni nuova uscita richiede una spesa maggiore.
Possibili scenari futuri e reazioni attese
Se i dazi rimarranno alti o aumenteranno, è probabile che i prezzi degli amiibo subiranno ulteriori rincari negli USA, e che questo costringerà molte aziende a bilanciare con aumenti anche in Europa e altri mercati per non perdere redditività. Sarà quindi da verificare se Nintendo dovesse decidere di spostare parte della produzione fuori da zone soggette a dazi, se ci saranno cambiamenti nelle politiche commerciali statunitensi, e come i rivenditori reagiranno (se riducendo margini o ritardando l’imposizione dei maggiori costi ai consumatori).
Dal punto di vista aziendale, la strategia di ‘spalmare‘ gli aumenti dei costi anche sui mercati europei o altri mercati rilevanti viene vista come un modo per ammortizzare il peso dei dazi, mantenendo margini di profitto stabili, ma al costo di una percezione di ingiustizia da parte dei consumatori non statunitensi.
L’effetto combinato dei dazi imposti dagli Stati Uniti sta già innalzando i prezzi degli amiibo sul mercato statunitense, con aumenti significativi per nuove figure e accessori. Molte aziende stanno cercando di evitare che il divario tra USA ed Europa si allarghi troppo, spargendo parte dei rincari anche nei listini europei. Per i collezionisti e per i consumatori, resta importante seguire le variazioni di prezzo, valutare importazioni e sconti locali, e considerare che quello che oggi sembra aumentato negli USA potrebbe presto riflettersi anche altrove.
Fonte: Reddit








