Antonio Inoki, leggenda del wrestling giapponese, ci ha lasciati. L’atleta aveva 79 anni. Secondo le fonti il decesso sarebbe avvenuto per cause naturali. Nato a Yokohama col nome di Kanji, Inoki si trasferì in Brasile quando aveva 17 anni. Ed è proprio nella nazione Carioca che nasce la passione per il wrestling, grazie al connazionale Shohei “Giant” Baba e al padre di quest’ultimo Rikidozan, impresario e atleta a sua volta. È anche grazie a loro che il wrestling come lo conosciamo oggi è divenuto famoso e apprezzato in tutto il mondo, anche in Giappone.
Ad aiutare questo successo, lo scontro organizzato proprio da Antonio Inoki nel 1976 con Muhammad Alì. La leggenda della Boxe venne “trascinata” in Giappone per scontrarsi con Inoki al Nippon Budokan di Tokyo in un evento trasmesso in tutto il mondo. Definito “lo scontro del secolo” l’andamento di quel match era sì pianificato, ma non per questo meno sentito o spettacolare. Si trattò del primo incontro boxeur vs. wrestler.
Una formula che si sarebbe poi ripetuta nel tempo ma senza la stessa potenza dello scontro Inoki – Alì. Volete un esempio? In Rocky 3 (1981), lo scontro tra Balboa e Labbra di Tuono (interpretati rispettivamente da Sylvester Stallone e Hulk Hogan) strizza l’occhio proprio al match di 5 anni prima.
Non tutti ricordano però che Antonio Inoki è legato a doppio filo anche a Tiger Mask, meglio noto da noi come L’Uomo Tigre. La seconda serie dell’anime (del 1981) cita Inoki tra i personaggi. Il wrestler, prima rivale, diventa poi amico del protagonista. Antonio è anche l’unico che riesce a schienare Tatsuo Aku (il successore di Naoto Date sotto la maschera di Tigre). È da notare che la serie anime del 1981 è una creazione di Toei Animation che funge da sequel al manga (nel frattempo concluso). Il cartone venne realizzato in collaborazione con la New Japan Pro Wrestling, all’epoca diretta proprio da Inoki.
Nello stesso anno, sempre nel 1981, sui ring della NJPW debutta Satoru Sayama. La particolarità di questo atleta? Sono due. La prima, l’allenatore è proprio Antonio Inoki. La seconda: Sayama combatte portando la Maschera di Tigre. Si tratta del primo di una serie di lottatori giapponesi che hanno adottato la gimmick dell’anime in una tradizione che prosegue ancora oggi. L’ultimo ad avere indossato la maschera nella New Japan Pro Wrestling è Kota Ibushi.
La carriera di Inoki non si limita però al solo wrestling. Divenuto oramai una vera e propria celebrità in patria, nel 1989 – l’anno dopo il suo ritiro come lottatore – il Giappone decide di eleggerlo al parlamento. In questo nuovo ruolo può dedicarsi intensamente all’attività di diplomatico. La prima sfida gli si presenta già nei primissimi anni ’90 durante la prima Guerra del Golfo per la liberazione di diversi ostaggi giapponesi in Iraq. Lo stesso impegno, raccontano alcune fonti, venne profuso attraverso canali non ufficiali per tutto il decennio con Pyongyang e la Corea del Nord.
Fonte: Nikkei – Corriere della Sera – Ansa