Assetto Corsa Competizione ha visto l’arrivo del DLC American Track Pack, che introduce nuovi tracciati d’oltreoceano…e che tracciati!
Nel simulatore targato Kunos Simulazioni, infatti, fanno il loro debutto Indianapolis, il COTA (Circuit of the Americas) e, soprattutto, Watkins Glen. Una triade di tracciati che regalano ore di puro divertimento e che richiedono davvero molta bravura per essere padroneggiati al meglio.
Il DLC ha inoltre sancito il debutto della versione 1.8.15, update che interviene sulla UI e su alcune rifiniture riguardanti il modello delle gomme nelle GT4 e nella mescola da bagnato, oltre che sul BOP e i consumi di alcune vetture.
Il piatto forte sono però, senza ombra di dubbio, i tre circuiti. Realizzati tramite Laserscan, come di consueto, questi tracciati rappresentano probabilmente lo stato dell’arte per quanto riguarda le loro rappresentazioni virtuali. Non solo ogni cordolo è lì dove deve essere, ma anche ogni albero, ogni edificio e ogni tribuna è fedele alla controparte reale.
Il Glen, in particolare, colpisce per realismo e accuratezza, e visivamente ha poco da invidiare alla controparte di Gran Turismo 7 aggiunta recentemente.
Il più famoso del trittico, anche solo per il nome stesso, è senza dubbio Indianapolis, qui rappresentato nella sua versione Road Course vista nella Moto GP, ma in senso orario. Purtroppo non si tratta della versione GP in cui correvano le Formula 1, e di conseguenza non passeremo sul caratteristico banking dello Speedway, se non per una leggerissima pendenza.
Nonostante questo, il circuito sa divertire alla stragrande. Indianapolis è un tracciato davvero molto tecnico, e anche se si tratta del più “debole” dei tre, rimane comunque un circuito dove mettere alla prova le proprie abilità. Inutile dire quanto Kunos abbia curato a dovere questo circuito, includendo anche l’iconica striscia di mattoni che apparteneva al tracciato originale. Passandoci sopra con l’auto, inoltre, avvertiremo la differenza di texture che passa dall’asfalto al mattone e ciò influenzerà anche la fisica dell’auto. Delizioso.
C’è da dire che è il tracciato forse meno adatto per battaglie intense con gli altri piloti. I rettilinei non sono lunghi quanto quelli degli altri due tracciati, e superare richiederà una certa bravura. Dovremo uscire davvero attaccati dalle curve per poter tentare un affondo in staccata.
In ogni caso, il meteo rimane una variabile che in questo tracciato può cambiare nettamente le sorti di una gara. In particolare una volta che passeremo nell’ultimo settore, dove sarà presente una leggerissima pendenza dovuta al banking dell’ovale. Nulla che si possa definire come un Roval, per carità, però passare da lì sul bagnato può comportare una perdita di stabilità dell’auto. Nulla di irrecuperabile, ovviamente.
Il Circuit of the Americas è invece una vera e propria giostra, e un circuito difficilissimo da padroneggiare. Il primo settore è uno dei più eccitanti del mondiale di Formula 1 – il che sorprende, considerando che è un “tilkodromo” – e lo stesso vale anche per Assetto Corsa Competizione.
La prima curva, la quale presenta un’elevazione di 40 metri, è da cardiopalma e soprattutto lascia intuire che Kunos Simulazioni ha tenuto conto della recente riasfaltatura del tracciato. Come tutti gli appassionati di motorsport a due e quattro ruote sanno, il COTA era un circuito davvero MOLTO sconnesso. In Formula 1 diversi team si lamentarono del problema, ma le recenti lamentele dei piloti di MotoGP hanno finalmente dato il via per una riasfaltatura molto estesa, e questa differenza la si può avvertire al volante.
Nel rettilineo di partenza, infatti, il tracciato è molto sconnesso. Visivamente si percepisce come l’auto sobbalzi molto anche andando semplicemente dritta. A partire dal cambio di pendenza possiamo però vedere il nuovo asfalto, chiaramente più scuro, e al volante sembrerà quasi correre come su una tavoletta liscia, eccezion fatta per i bump in curva che sono ancora presenti e aiutano a rendere questo tracciato meraviglioso da guidare. Crediamo che ora come ora non esista una versione più aggiornata di questo circuito.
Inoltre, questo tracciato ben si sposa a lotte con altri piloti. Il rettilineo principale è tra i più lunghi del gioco, e con una buona uscita potremo attaccare chi è davanti. Chiaramente, però, anche il pilota dietro avrà una doppia scia da sfruttare e potrebbero capitare situazioni di three-wide davvero esaltanti. Una delizia a tutto tondo. Inutile dire che anche qui, come negli altri circuiti, ogni aspetto è al suo posto. L’unica stonatura riguarda i track limits, che sembrano essere molto punitivi e forse non sono come pensati nella vita reale. Magari verranno sistemati con un fix a breve.
Il meglio, però, l’abbiamo tenuto alla fine, e ci riferiamo chiaramente al Watkins Glen. Una volta ospite del Mondiale di Formula 1, questo tracciato ha mantenuto tutte le caratteristiche old school che l’hanno reso, agli occhi degli appassionati, una vera leggenda del motorsport.
Se il COTA è una giostra, il Glen è una vera e propria montagna russa. I cambi di pendenza sono continui, e accadono anche nelle stesse curve. Il tratto più suggestivo è nella prima parte del tracciato, con una sequenza di curve che meraviglia ma al tempo stesso spaventa e questo già da curva 1, dove potremo entrare e sfruttare in ampiezza il cordolo.
E non abbiate paura a sfruttare ogni centimetro dei cordoli, perché il Watkins Glen perdona moltissimo sui track limits! Curva 2, simbolo del circuito, rappresenta letteralmente un muro dall’abitacolo del pilota, e sul bagnato – magari anche in notturna – regala brividi che solo Spa Francorchamps può vantare.
Da cardiopalma anche l’iconica sequenza delle chicane, che se affrontata bene si fa a una media di 180km/h. Qualcosa di fuori di testa per auto che, in configurazione da gara e completa di tutti i liquidi e del pilota, possono arrivare ad eccedere i 1300kg.
Superata questa chicane, ci lanceremo nello Stivale, o Boot in inglese. Si tratta di una parte molto più lenta rispetto al primo settore ma non per questo meno adrenalinica o tecnica, anzi. Si entra nel Boot con una impegnativa curva in discesa verso sinistra, la quale ci lancia verso un tornante in salita, questa volta a destra, e che è quasi cieco dall’abitacolo dell’auto.
Lo stesso rettilineo che segue presenta un leggero cambio di pendenza. Il tratto più difficile è però quello che ci immette nel “Circuito Corto”, con una curva verso sinistra totalmente cieca e che richiede una linea perfetta per essere affrontata senza perdere troppa velocità o finire sul muro a destra.
La penultima curva richiede puro coraggio e dovremo resistere alla tentazione di pizzicare il freno. Mai farlo, si alza semplicemente il pedale dal gas e si lancia l’auto sfruttando ogni limite del tracciato, aggredendo anche il cordolo stesso. L’ultima curva ci lancia verso il giro conclusivo, giro che si può considerare buono se si è intorno al 1:44.
In conclusione, la selezione di tracciati offerta dal DLC American Track Pack di Assetto Corsa Competizione è un vero rollercoaster per tutti gli appassionati di corse GT e di racing game in generale.
Un rollercoaster che però si scontra, irrimediabilmente, con quei 17,99€ chiesti da Kunos. Inutile dirlo, il prezzo potrebbe far storcere il naso a qualcuno, soprattutto a fronte dei 14,99€ richiesti per l’Intercontinental GT Pack comprensivo di ben 4 circuiti.
Viste però le difficoltà logistiche degli ultimi due anni, i costi per la licenza di tracciati che hanno un blasone enorme e la qualità con cui sono realizzati…beh, forse il prezzo per questo Assetto Corsa Competizione – American Track Pack non è così tanto esagerato.