In conclusione
Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey cerca di riscrivere le basi della saga dopo un’intera generazione di stallo e, per nostro dispiacere, ci riesce solo in parte. L’intenzione era quella di mantenere intatte le atmosfere e le meccaniche che da sempre contraddistinguono Atelier e di trasportarle in un mondo più vasto e senza restrizioni. Il risultato non è affatto malvagio ma, palesemente, il team deve puntare a un bilanciamento migliore tra le varie componenti.
L’impressione finale è che la sostanza non sia affatto cambiata e, ne siamo certi, non era questo a cui Gust puntava. Tutto ciò che c’era prima c’è anche ora, e viceversa; semplicemente, le varie attività con cui tenersi impegnati sono ora distanti dal classico epicentro.
Da adesso in poi, però, sarà davvero difficile tornare indietro. Qual è il nostro verdetto, quindi? Atelier Firis mette in tavola un’idea di cui si sentiva comunque la mancanza. Il mondo aperto non può far altro che aprirgli nuovi orizzonti ma, palesemente, c’è bisogno di ancora un po’ di lavoro perché ci riesca appieno.
Il titolo resta piacevole, godibile e – soprattutto – adatto a ogni fan della saga, nonostante mostri ancora ampi margini di miglioramento. Margini di miglioramento che, ne siamo certi, verranno pienamente colmati con l’uscita del prossimo episodio. Nonostante le riserve, insomma, lo promuoviamo comunque.
Se siete alla ricerca di un Gioco di Ruolo giapponese lungo, pieno di cose da fare, vasto e a tratti persino impegnativo, Atelier Firis è ancora una volta quello che fa al caso vostro, che siate fan della saga o meno.