Home Recensioni Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey – Recensione

Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey – Recensione

1 Spesso (molto spesso) ritornano

Arrivata ormai al suo diciottesimo appuntamento, la saga di Atelier decide finalmente di rinnovarsi e di piantare dei paletti che – ne siamo certi – il team non potrà più ignorare da oggi in poi. Dopotutto, non vedevamo un vero e proprio salto di qualità dai tempi di PlayStation 3, quando la saga abbandonò le due dimensioni per lanciarsi nell’ormai immancabile mondo del 3D.

Atelier Firis, purtroppo, è tutt’altro che un seguito perfetto; l’intenzione di sfruttare il capitolo di Sophie per costruirci attorno una struttura più solida è palese, ma non tutto è andato proprio per il verso giusto. In ogni caso, questo Firis non è un semplice titolo di passaggio, ma un vero e proprio nuovo inizio per la saga. Un po’ acerbo, certo, ma comunque stracolmo di innovazioni interessanti che col tempo potrebbero essere sfruttate con più oculatezza.

Atelier Firis segue direttamente gli eventi di Atelier Sophie ma, a dirla tutta, i collegamenti tra i due sceneggiati restano piuttosto labili. Certo, torneranno in scena anche vecchi personaggi – Sophie e Plachta in primis – ma in ruoli molto più secondari di quelli rivestiti in precedenza. Chiunque abbia giocato anche l’inizio del nuovo filone si sentirà subito a casa ma, possiamo assicurarvelo, il capitolo più recente fa di tutto per non estraniare chiunque abbia saltato un episodio o due.

La stessa Sophie, dopotutto, funge da semplice insegnante per Firis: è lì per permetterle di apprendere le basi dell’alchimia ma, poco dopo, la lascia andare nel mondo esterno senza tenerla per mano, con la sola promessa che un giorno si rivedranno.

Chiunque abbia giocato anche l’inizio del nuovo filone si sentirà subito a casa ma, possiamo assicurarvelo, il capitolo più recente fa di tutto per non estraniare chiunque abbia saltato un episodio o due.

2 Passaggio di testimone

Firis è probabilmente una protagonista più debole – sul piano caratteriale, almeno – di Sophie e, per certi versi, molto più stereotipata. Il suo legame con l’alchimia, poi, è molto più labile di quello della sua mentore. La piccola Firis ha infatti un semplice sesto senso per il dissotterramento di materiali preziosi: lei vive in una città mineraria e, quindi, questa abilità torna utile tanto a lei quanto all’intera società.

Eppure, nessuno degli abitanti della zona ha mai visto la luce del sole. L’insediamento è nascosto nelle profondità di una montagna e, a parte i cacciatori, nessuno ha il permesso di oltrepassare il grosso portone che li divide dal mondo vero e proprio.

Firis, grazie a Sophie, finisce per abbracciare l’alchimia solo come scusante per esplorare l’esterno della montagna e, sotto un certo aspetto, questo la rende una “streghetta” meno interessante delle sue colleghe. Ovviamente, la stessa Firis non mancherà comunque di evolversi o crescere durante il viaggio, aiutata da un immancabile e ricchissimo cast di curiosi personaggi.

Principalmente per motivi di trama, ecco ricomparire il controverso timer. La ragazzina ha solo un anno per poter ottenere il “diploma” da alchimista e dimostrare a tutti di essere all’altezza dei suoi sogni e, questo, andrà a riversarsi anche sul gameplay vero e proprio. Non è la prima volta che la saga tiene il conto del tempo che perdiamo durante l’esplorazione e, dopo aver momentaneamente accantonato il countdown, eccolo tornare più impellente che mai.

Se 365 giorni dopo aver oltrepassato la barriera Firis non sarà riuscita a superare l’esame, allora sarà Game Over. Non perderemo i progressi ottenuti – che verranno trasferiti al Nuovo Gioco Plus – ma saremo comunque costretti a ricominciare tutto daccapo.

Purtroppo, parlando in completa onestà, sappiamo benissimo come molti fan di vecchia data non abbiano mai apprezzato a fondo questa meccanica. Possiamo capirli, dopotutto, dato che costringe a non soffermarsi eccessivamente in alcuna zona e a procedere rapidamente per i vari livelli di gioco senza mai goderseli come si vorrebbe.

Soprattutto, è difficile capire quanto sia permissivo il tempo a disposizione se non si conosce neanche la propria meta. In sua discolpa, possiamo confermarvi come il timer sarà presente solo durante la prima fase dell’avventura: un buon compromesso che non negherà a nessuno di recuperare in un secondo momento tutto ciò che ci si è lasciati alle spalle.

La ragazzina ha solo un anno per poter ottenere il “diploma” da alchimista e dimostrare a tutti di essere all’altezza dei suoi sogni e, questo, andrà a riversarsi anche sul gameplay vero e proprio.

3 Jesse, andiamo a cucinare!

L’alchimia, come potrete sicuramente immaginare, è il fulcro dell’intera avventura. La saga di Atelier si regge da sempre sul peculiare dualismo di crafting e combattimenti, entrambi di pari profondità, quasi come fossero due giochi fusi in uno: Atelier Firis, sotto questo aspetto, non fa eccezione. In verità, non abbiamo notato particolari cambiamenti rispetto ad Atelier Sophie, anche sull’aspetto delle varie interfacce. Raccogliendo materiali in giro – molti reperibili solo durante alcune ore del giorno e in precise condizioni atmosferiche – sarà possibile riutilizzarli mescolandoli in un calderone e seguendo (magari non sempre alla lettera) le ricette ottenute nei modi più disparati.

Ogni oggetto ha statistiche uniche da sfruttare a nostro vantaggio per creare equipaggiamento e armamentario sempre migliore. Mixare il tutto è semplice e intuitivo, ma farlo con oculatezza e sprecando il minor numero di materiali possibili richiede comunque un bel po’ di esperienza. In linea di massima, Atelier Firis centra pienamente l’obiettivo che la saga si è da sempre prefissata: rendere interessanti – e, perché no, anche rilassanti – ore e ore di crafting premiandoci con eventuali – e palesi – risultati in battaglia.

Anche i vari scontri coi nemici non hanno subito chissà quante modifiche, rispetto al passato. Il gioco è ancora strettamente a turni, nonostante Firis, vista la sua fragile natura, richieda molta più protezione del solito. A tal proposito, sarà ora possibile sfruttare la barra degli attacchi speciali per far sì che i suoi alleati fungano da veri e propri scudi umani per lei.

Per il resto, si presenta come un Gioco di Ruolo giapponese classico come non mai, con possibilità di sfruttare magie, oggetti, migliorare statistiche con l’aumentare dei livelli e così via. La vera e propria novità, quella di cui parlavamo prima, è l’introduzione di un mondo aperto esplorabile. I fan di vecchia data sanno benissimo come Atelier ci abbia sempre costretti all’interno di aree piuttosto contenute, quasi come fossero un semplice contorno della zona principale, quella in cui è situato il nostro calderone.

In Atelier Firis, invece, avremo una “casa ambulante” che potremo piazzare in prossimità di ogni checkpoint. L’idea di unire le meccaniche classiche ai vastissimi mondi aperti dei GdR odierni è accattivante proprio come sembra ma, purtroppo, l’inesperienza del team si fa sentire un po’.

Il titolo risulta infatti troppo dispersivo – spesso, non avremo neanche un obiettivo vero e proprio da conseguire – e la presenza (per quanto parziale) del limite di tempo non aiuta affatto a goderselo. Le missioni secondarie, tra l’altro, ci verranno ora assegnate dai vari comprimari sparsi nella mappa e, oltre che facili da mancare, non sono neanche segnalate in alcun modo.

In poche parole, all’arrivo in una grande città, ci si ritrova costretti a interagire con ognuna delle decine di persone nei paraggi nel tentativo di scovare chi di loro sia in possesso di un compito da assegnarci. Avremmo preferito, in questo caso, che tra personaggi primari e secondari ci fosse stata comunque un qualche tipo di distinzione.

Anche graficamente il titolo mostra il fianco a numerose critiche. Il passaggio al mondo aperto sembra aver gravato eccessivamente su un motore che, a conti fatti, non è per nulla al passo dei tempi. Alla fine della fiera, Firis è visivamente anche peggiore di Sophie, stracolmo di evidenti pop-up e di un’illuminazione dinamica che va e viene a proprio piacimento.

Ottimo come sempre, invece, il comparto sonoro: le OST si rivelano ancora una volta tra le migliori nel genere, tanto nell’accompagnamento all’esplorazione quanto negli scontri più violenti.

L’idea di unire le meccaniche classiche ai vastissimi mondi aperti dei GdR odierni è accattivante proprio come sembra ma, purtroppo, l’inesperienza del team si fa sentire un po’.

4 In conclusione

Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey cerca di riscrivere le basi della saga dopo un’intera generazione di stallo e, per nostro dispiacere, ci riesce solo in parte. L’intenzione era quella di mantenere intatte le atmosfere e le meccaniche che da sempre contraddistinguono Atelier e di trasportarle in un mondo più vasto e senza restrizioni. Il risultato non è affatto malvagio ma, palesemente, il team deve puntare a un bilanciamento migliore tra le varie componenti.

L’impressione finale è che la sostanza non sia affatto cambiata e, ne siamo certi, non era questo a cui Gust puntava. Tutto ciò che c’era prima c’è anche ora, e viceversa; semplicemente, le varie attività con cui tenersi impegnati sono ora distanti dal classico epicentro.

Da adesso in poi, però, sarà davvero difficile tornare indietro. Qual è il nostro verdetto, quindi? Atelier Firis mette in tavola un’idea di cui si sentiva comunque la mancanza. Il mondo aperto non può far altro che aprirgli nuovi orizzonti ma, palesemente, c’è bisogno di ancora un po’ di lavoro perché ci riesca appieno.

Il titolo resta piacevole, godibile e – soprattutto – adatto a ogni fan della saga, nonostante mostri ancora ampi margini di miglioramento. Margini di miglioramento che, ne siamo certi, verranno pienamente colmati con l’uscita del prossimo episodio. Nonostante le riserve, insomma, lo promuoviamo comunque.

Se siete alla ricerca di un Gioco di Ruolo giapponese lungo, pieno di cose da fare, vasto e a tratti persino impegnativo, Atelier Firis è ancora una volta quello che fa al caso vostro, che siate fan della saga o meno.

Atelier Firis The Alchemist and the Mysterious Journey • Launch Trailer • PS4 PS Vita PC

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7.5
atelier-firis-the-alchemist-and-the-mysterious-journey-recensione<b>PRO</b><br> Stracolmo di cose da fare <br> Il mondo aperto è un'ottima novità... <br> <b>CONTRO</b><br> ...ma necessita ancora di molti miglioramenti <br> Graficamente arretrato

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version