Diamo uno sguardo ancora più approfondito a Batora: Lost Haven in questa nostra seconda anteprima (QUI trovate la prima).
Tra le tante uscite videoludiche italiche di quest’anno, ben pochi giochi ci hanno realmente colpito per inventiva e struttura. Senza dubbio, Batora: Lost Haven di Stormind Games rientra di diritto all’interno di questo nostro personalissimo gruppo di preferiti, fin da quando abbiamo messo mano alla primissima demo di presentazione.
Sensazioni positive che si sono concretizzate ancor di più, grazie al codice preview che ci ha permesso di approfondire meglio alcuni degli aspetti che ci erano rimasti piuttosto oscuri, come l’esplorabilità della mappa e l’effettiva incisività del sistema di scelte.
In Batora vivremo le isometriche avventure della giovane Avril, protagonista dal carattere forte e deciso, allo scopo di salvare la Terra e gli altri mondi fantastici in cui è stata catapultata. Ma se l’incipit sembra piuttosto banale e per nulla originale, ci rendiamo subito conto che questa missione risulta essere una vera e propria chiamata da un destino più lontano e che affonda le radici nell’esistenza stessa di Avril.
Gli eventi si susseguono con una certa rapidità, ma la trama riesce a regalare scorci di caratterizzazione ben gestiti dei tanti comprimari che animano le vicende di Batora. La scrittura risulta schietta e non leziosa, le scelte da compiere sono realmente impattanti e quindi rendono concretamente necessario prestare attenzione ai vari dialoghi che si avvicendano tra la protagonista e gli altri personaggi.
Il comparto artistico è curato e si caratterizza da una varietà cromatica che spesso e volentieri fa dimenticare alcune specifiche pecche di gameplay che abbiamo riscontrato durante questo hands-on, e riesce a diversificare competentemente le varie zone della mappa.
Il sistema di combattimento spicca per velocità e richiede una buona dose di strategia grazie al perno su cui è costruito, ovvero, Avril possiede due build che possiamo definire del Sole e della Luna: la prima è sostanzialmente votata al mêlée, l’altra all’attacco magico ranged. Queste sono istantaneamente switchabili tra loro all’occorrenza ma, soprattutto, rendono possibile sconfiggere le orde di nemici sensibili ad un tipo di attacco piuttosto che un altro. Una meccanica che rende gli scontri godibili e mai realmente ripetitivi.
Sono presenti anche mosse speciali che hanno un loro tempo di cooldown, e anche la schivata soggiace a questa limitazione, rendendo le opzioni di movimento e combattimento non abusabili in game. Le bossfight sono ideate all’interno di questa cornice meccanica, rendendo questi specifici scontri variegati e impegnativi.
L’esplorazione è generalmente godibile ma, in alcuni frangenti, diventa in parte tediosa per via del susseguirsi di mini scontri che rendono l’andare da A a B un percorso a singhiozzo non sempre piacevole. Tra le altre cose, gli sviluppatori hanno voluto aggiungere situazioni di puzzle ambientale ben costruiti e inseriti intelligentemente in modo da spezzare una routine che alla lunga potrebbe annoiare.
Per quanto riguarda il bilanciamento del gioco preferiamo non esprimerci in questa sede, perché non essendo una build definitiva andare ad approfondire questo aspetto sarebbe prematuro sebbene, in generale, Batora ci appaia un gioco ben equilibrato e che non dà adito a pensare che il sistema sia rompibile fin dalle prime battute.
Concludiamo con un invito ai nostri lettori di seguire con interesse questo Batora: Lost Haven, perché lo riteniamo uno dei prodotti videoludici italiani più interessanti e freschi in uscita quest’anno, grazie a un comparto artistico colorato e ben curato, un gameplay agile, veloce e godibile al tempo stesso e una componente narrativa che rende questa esperienza di gioco assolutamente piacevole e divertente.