Battlefield 6: il grande ritorno di Electronic Arts e DICE – Recensione

Battlefield 6 Recensione


L’iconica esperienza di DICE, ora al suo meglio, è iconica: Battlefield 6 è una produzione enorme, curata, di elevatissima caratura ed espressione. E non potevamo che raccontarla ora che la Stagione 1 sta sorprendendo tutti, a parte chi è il possessore del Pass Battaglia. 

Questa recensione non includerà una parte eccessivamente lunga sulla trama Battlefield 6 e la sua campagna. Potrei già chiudere la recensione semplicemente parlando in modo velato di quanto sia ben delineata e strutturata, facendo un approfondimento generale sul contesto in cui esce e sul perché è così impattante. Potrei fare una lunga analisi su quanto Battlefield 6, assieme ad Arc Raiders, sia il gioco del momento. Potrei farlo, certo, ma sarebbe controproducente. Non è questo l’importante.  

Il multiplayer, dal 10 ottobre a oggi, è stato il mio compagno di viaggio totale. È stato bellissimo e unico valore quanto potesse strutturarsi il mio modo di giocare e in che maniera tutto potesse coinvolgermi a tal punto da farmi stare bene. Questa non è la solita recensione. Anzi, questo è un enorme grazie a DICE per essere arrivata nel momento giusto, facendomi del bene.  

Battlefield 6: perché è il videogioco del momento  

Quando ci approcciamo a un FPS, in questo caso a uno sparatutto in prima persona con una forte anima tattica e hardcore, nessuno riesce mai a trovare nel sistema gunplay quanto sia meraviglioso. Quello di Battlefield 6 non è solamente ben strutturato, ma è soprattutto unico nel suo genere, perché è realistico, denso di dettagli e momenti, di tanta cura, di estrema visione. E di tanta passione.  

La medesima passione che non era presente in Battlefield 2042, un videogioco incapace di riuscire a proporre qualcosa di nuovo e di realmente innovativo nel panorama ma soprattutto nel perseguire il magnifico filone storico rappresentato da Battlefield. I tempi del terzo e del quarto capitolo sono cambiati, e con Battlefield 1 e Battlefield 5 si ricercava un nuovo coinvolgimento, con l’obiettivo di sorprendere e portare la guerra totale nell’ambientazione di un passato nefasto, quello che tutti – più o meno – ricordano in modo negativo. Con Battlefield 6, però, DICE e Battlefield 6 mettono tanta carne al fuoco nella proposta della campagna, che è un lungo tutorial per apprendere i dettami necessari dell’approccio FPS scelto per l’occasione da parte del team di sviluppo.

Di sicuro, la meraviglia proposta da DICE e Battlefield Studios supera di gran lunga le nostre aspettative, come difatti testimonia il voto in fondo a questa pagina, che sigla un riassunto totale e chiaro di quanto Battlefield 6 ci abbia preso e catturato dalla prima all’ultima parola. O dalla prima all’ultima sparatoria, come abbiamo spesso descritto e ripetuto pure altrove. Quando immaginavamo Battlefield 6 al suo massimo, speravamo che fosse esattamente così, che fosse un’esperienza multigiocatore capace di definire al meglio l’intero panorama. Credevamo che gli scivoloni potessero accadere, li avevo preventivati, sapevo che niente sarebbe stato perfetto… eppure, quanto è bello sbagliarsi e trovarsi davanti a un videogioco che supera di gran lunga le tue aspettative. Cosa fa Battlefield 6 per essere così incredibile e ben strutturato? Sceglie di essere Battlefield 6.

Il multigiocatore di Battlefield 6 è assuefacente e totale

Sono presenti così tante modalità nel nuovo capitolo che riuscire a contarle in una mano diventa alquanto complesso. Faccio prima però a parlare di quella che sto letteralmente spolpando dal 10 ottobre: la modalità “Sfondamento“. Essa, unita a un numero incalcolabile di momenti unici e coinvolgenti, è la prova inconfutabile di quanto ho scritto finora. Oltre a essere determinante il gunplay, curato al suo meglio come mai mi sarei aspettato, lo è la cura con la quale è stata proposta ogni singola modalità che il giocatore può scegliere. Sfondamento è una modalità propedeutica rispetto a “Escalation, la vera novità all’interno del succoso pacchetto proposto da Electronic Arts, ed è una preparazione proprio alla modalità definitiva che si affronta nel corso dell’esperienza.

Le meraviglie che accadono al suo interno sono tantissime, come imparare a usare al meglio le varie classi, al momento solo quattro (ma cavolo se sono ben strutturate), all’interno dell’esperienza tutta. C’è la possibilità, in tal senso, di modificare le armi a proprio piacimento, di costruirle come si predilige, di vederle cambiare nel corso del tempo. È divertente e mai banale come si costruisce e definisce il proprio impegno nel perseguire gli obiettivi al fine di arrivare ad avere l’armamentario migliore e più potente. Complice la mole di varietà che si sussegue, la personalizzazione delle armi assume un ruolo a parte nella costruzione del proprio arsenale. Io ho puntato tutto sull’Assalto, una classe duttile e leggera, migliorabile passo dopo passo: dapprima avevo optato per una scelta più sensata, con un equipaggiamento che mi permettesse di colpire più nemici in maniera sequenziale. Poi ho iniziato ad affiancare un fucile da cecchino, utile per aprire la strada ai compagni. Nonostante il recon ci sia e sia bello potente, ho adorato la scelta da parte di DICE di poter ibridare in un certo senso l’intero organigramma delle armi. Esse sono tante, davvero tante, e con la Season 1 ne sono state aggiunte ulteriori, con molte scelte in termini di approcci e soluzioni.

Il vero cuore pulsante del titolo, però, è l’azione nuda e cruda. È un’azione che avviene in modo vivace e coinvolgente senza rinunciare alla tattica dei classici Battlefield né alla sua profondità, definendo quanto mostra in termini ludici e soprattutto nei combattimenti sul campo, che esplodono letteralmente quando diventano più aggressivi. Il gameplay del titolo non si accontenta più di definirsi in punto A e punto B da conquistare: nell’intermezzo ci sono casistiche e situazioni sempre diverse, ed è per questo che il multigiocatore è il succo dell’intero pacchetto offerto da DICE e dalla compagine di Eletronic Arts. È un videogioco che non corre, che ti inserisce in un contesto fino a mangiarti, e che non ti risputa con l’intenzione di farti provare incapacità, ma solo molto apprendimento.

Abbiate pazienza, tempo e tanto cuore

Abbiate tempo, cuore e pazienza. Battlefield 6 è un videogioco difficile. Lo è per chi si avvicina al franchise per la prima volta in assoluto, ma lo è anche per chi vive di sparatutto in prima persona da una vita e non potrebbe in nessun modo o caso farne a meno. È un grosso casino, ma è un casino incredibile da vivere e giocare, da toccare con mano e sostenere per tutto il tempo necessario che ci vuole a viverlo davvero.


Quando un videogioco crea tutta questa assuefazione, a vincere è il giocatore stesso in tutte le sue declinazioni. In Battlefield 6 sto vincendo e sto perdendo, ma sto portando con me anche dei momenti bellissimi, dei momenti che fanno già parte di me, che sono parte di me. Ecco, io a questi ricordi non voglio dire di andarsene; ma di essere una parte integrante della mia carriera da giocatore. Il nove è eccessivo? È camuffato in un dieci.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto:
9
battlefield-6-recensione L’iconica esperienza di DICE, ora al suo meglio, è iconica: Battlefield 6 è una produzione enorme, curata, di elevatissima caratura ed espressione. E non potevamo che raccontarla ora che la Stagione 1 sta sorprendendo tutti, a parte chi è il possessore del Pass Battaglia.  Questa recensione non...

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