
Electronic Arts ha voluto chiarire un punto fondamentale riguardo a Battlefield 6: il gioco non includerà alcun contenuto creato da intelligenza artificiale generativa. La precisazione arriva dopo alcune speculazioni nate da interviste interne in cui si parlava dell’uso dell’IA nei processi creativi. L’azienda ha spiegato che la tecnologia potrà essere impiegata solo nelle fasi preliminari di sviluppo, per velocizzare la produzione di concept o bozze di design, ma non verrà mai applicata in modo diretto alle parti che i giocatori sperimenteranno nel prodotto finale.
Un approccio “dietro le quinte”
EA ha definito questa scelta come un modo per mantenere la coerenza artistica e la qualità del franchise. L’uso dell’IA generativa, secondo i dirigenti ‘invisibile‘ al pubblico e limitato a compiti tecnici o di supporto. Il publisher intende evitare qualsiasi contenuto che possa apparire non umano o artificiale durante l’esperienza di gioco, ponendo al centro l’autenticità e la mano creativa dei propri sviluppatori.
Questa direzione rappresenta anche una risposta alle difficoltà incontrate con Battlefield 2042, un capitolo che aveva generato discussioni e delusioni tra gli appassionati. Con Battlefield 6, EA vuole ristabilire la fiducia dei fan e tornare all’identità più realistica e tattica della serie, concentrandosi su performance stabili e ambientazioni curate nei minimi dettagli.
Il ritorno alle origini
Battlefield 6 sarà pubblicato il 10 ottobre 2025 su PS5, Xbox Series X/S e PC, e che punterà a un tono più crudo e realistico, ispirandosi ai capitoli più amati come Battlefield 3 e Battlefield 4. Il titolo promette una grafica di nuova generazione, distruttibilità avanzata e un sistema di classi migliorato. Tuttavia, la vera novità è nella filosofia produttiva: nessuna scorciatoia tecnologica, nessuna delega creativa all’intelligenza artificiale, ma una forte attenzione alla progettazione manuale e al controllo umano dell’esperienza.
La posizione di EA risulta particolarmente significativa in un periodo in cui molte aziende del settore stanno sperimentando l’uso dell’IA generativa per creare contenuti digitali. Il publisher americano sceglie invece la via più tradizionale, ma anche più trasparente, sottolineando che ogni dettaglio del nuovo Battlefield sarà costruito dall’ingegno umano, non da algoritmi.
Un messaggio chiaro ai giocatori
Battlefield 6 non sarà un esperimento tecnologico, ma un ritorno alle fondamenta della serie. EA sembra voler riconquistare la fiducia dei veterani e dei nuovi giocatori offrendo un’esperienza solida, autentica e priva di compromessi. L’assenza di IA generativa visibile non è solo una scelta tecnica, ma un manifesto d’intenti: riportare al centro la creatività degli sviluppatori e la qualità del gameplay, senza interferenze automatizzate.
L’IA resta il vero nucleo del business di Electronic Arts
Un’ulteriore conferma della posizione centrale che l’intelligenza artificiale occupa per EA arriva dalle dichiarazioni rilasciate durante l’EA Investor Day, dove il CEO Andrew Wilson ha definito l’IA “Il vero nucleo del nostro business“, sottolineando che non si tratta di un semplice termine di moda ma di un principio guida. EA ha segnalato che attualmente ha più di 100 progetti attivi che coinvolgono machine learning e IA generativa, distribuiti su tre fronti strategici: efficienza (per rendere i processi più rapidi, meno costosi e di qualità elevata), espansione (per dare agli sviluppatori strumenti più ricchi, mondi più ambiziosi, personaggi più profondi) e trasformazione (per costruire esperienze nuove, user-generated content e modalità ancora da immaginare). Sebbene EA abbia assicurato che l’uso dell’IA visibile al giocatore sia escluso da certe parti del gioco, l’investimento massiccio negli strumenti IA nei retroscena dimostra che l’azienda vede in questa tecnologia non solo un supporto, ma una leva fondamentale per il futuro sviluppo dei suoi titoli.
L’acquisizione di EA
Negli ultimi mesi è stato confermato un evento che potrebbe segnare una svolta epocale per EA: il gruppo è stato acquisito da un consorzio guidato dal fondo sovrano saudita PIF insieme ai fondi Silver Lake e Affinity Partners, per un valore di circa 55 miliardi di dollari. L’operazione è strutturata come un acquisto cash totale e prevede che gli azionisti ricevano 210 USD per azione, con un premio del 25 % rispetto al prezzo di mercato recente. ir.ea.com+1 Alla chiusura dell’operazione, prevista entro il primo trimestre del 2027, EA uscirà dalla borsa e continuerà a operare come società privata, pur mantenendo la sua sede a Redwood City e con Andrew Wilson confermato alla guida come CEO. ir.ea.com+2pif.gov.sa+2
Questa acquisizione rappresenta non solo un investimento monumentale nel mondo dei videogiochi ma anche un passaggio strategico: gli nuovi proprietari intendono combinare le risorse, le reti e le competenze di intrattenimento, sport e tecnologia per accelerare innovazione, espansione globale e sinergie tra prodotti fisici e digitali. pif.gov.sa+1 Inoltre, il fatto che già il PIF deteneva una partecipazione del 9,9 % in EA rende l’operazione una trasformazione più che una rottura completa del precedente assetto. pif.gov.sa+1
















