Scelgo Rapture
“Quando mamma e papà mi misero su un aereo, per andare a trovare mio cugino in Inghilterra, mi dissero: figliolo, tu sei speciale, sei nato per fare grandi cose“.
La caduta di un aeroplano, la nuotata verso il faro più vicino, la discesa nella città sommersa di Rapture. Sarà anche passato un decennio, ma quel capolavoro di Art Deco che è la metropoli di Andrew Ryan colpisce nel profondo quanto e più della prima volta. Ogni stanza, ogni corridoio, ogni panorama parla praticamente da sé.
È come se il vero protagonista, più che il nostro alter-ego, sia lo stesso mondo che ci circonda. Gli sviluppatori avrebbero potuto benissimo eliminare ogni linea di dialogo dal prodotto finale e avremmo comunque goduto di un gran racconto silente, capace di interagire con noi tramite colori, prospettive e un’atmosfera più unica che rara.
Il gioco in sé si presenta come uno sparatutto con forti elementi esplorativi e ruolistici. Le munizioni a disposizione sono sempre poche e, per forza di cose, farsi strada tra gli androni malati della città decaduta richiede una dose d’attenzione e di gestione delle risorse assolutamente non da sottovalutare.
La profondità generale è aiutata non solo dalla vasta gamma di armi equipaggiabili, ma anche e soprattutto dall’utilizzo dei Plasmidi, delle vere e proprie tecniche speciali che ci regaleranno i poteri più disparati. Tocco elettrico, telecinesi, raggio glaciale e una dozzina di altri power-up ci permettono di giostrare le varie sparatorie in maniera del tutto libera. È anche possibile sfruttare corridoi allagati per migliorare esponenzialmente l’effetto dell’elettricità, o pozze di petrolio per appiccare più facilmente incendi.
Bioshock è, ancora oggi, il perfetto connubio tra divertimento e intelligenza, un titolo profondo ma che può comunque essere goduto a più livelli, un vero e proprio saggio politico crudo e metaforico al punto giusto che può benissimo trasformarsi in un affascinante sparacchino, se non si ha la voglia di comprenderne ogni sfaccettatura.
Ogni stanza, ogni corridoio, ogni panorama parla praticamente da sé.