
Con la Determina n. 125/25/DDA, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha ordinato la disabilitazione dell’accesso al sito che trasmetteva, senza autorizzazione, la programmazione di Sky Uno, incluse le puntate di X-Factor. Il blocco è stato eseguito mediante DNS blocking e la determina estende la possibilità di oscurare anche eventuali futuri domini, sottodomini o indirizzi IP riconducibili allo stesso servizio pirata.
La scelta di AGCOM è stata motivata dalla segnalazione di Sky Italia e dalla necessità di fermare “La messa a disposizione in violazione dei contenuti protetti“. Il provvedimento specifica che l’ottemperanza dovrà concretizzarsi entro 24 ore dalla notifica, con indirizzamento a una pagina informativa prevista dall’autorità.
Perché ora X Factor può entrare in Piracy Shield
La novità pratica più importante è che la determina mette X-Factor nel perimetro operativo che finora era stato utilizzato soprattutto per eventi sportivi in diretta: significa che, in futuro, i provider potranno bloccare sul nascere la trasmissione illegale del programma con tempistiche notevolmente più rapide rispetto ai meccanismi tradizionali.
Va però precisato che, nel caso specifico del provvedimento citato, il termine operativo indicato dalla determina è di 24 ore per il blocco via DNS, mentre Piracy Shield è nato per operare entro finestre temporali molto più ristrette (l’obiettivo operativo è quello dei blocchi rapidi, spesso entro 30 minuti per eventi live). La sostanza è però chiara: l’apparato normativo e operativo si sta ampliando per coprire anche anteprime, prime tv e programmi di grande audience.
Implicazioni pratiche e conseguenze per la lotta alla pirateria
L’estensione pratica dell’ambito d’intervento di Piracy Shield alle trasmissioni televisive e ai programmi preregistrati come X-Factor può rendere molto più facile la risposta alle piattaforme illegali e ridurre l’impatto economico per i titolari dei diritti. La recente azione dimostra come i meccanismi volti a proteggere eventi sportivi possano essere adattati anche a contenuti di intrattenimento ad alta audience.
Al tempo stesso, l’allargamento d’uso del sistema riporta alla luce le critiche già espresse in passato: Piracy Shield, pur efficace nel bloccare domini e IP, è stato accusato di errore e “overblocking” in alcuni casi, con impatti su servizi legittimi e rischi tecnici non trascurabili. Esperienze pregresse hanno mostrato come blocchi automatici possano occasionalmente coinvolgere infrastrutture largamente usate, sollevando perplessità su affidabilità e controlli.
Come reagiscono industria e utenti
Secondo i reportage del settore, operatori come Sky hanno gestito la segnalazione e ottenuto il provvedimento cautelare da AGCOM, mentre gli utenti e gli osservatori delle comunità tech osservano con attenzione: da un lato c’è chi plaude a un’azione più decisa contro la pirateria; dall’altro chi solleva il tema delle tutele procedurali e del rischio di blocchi erronei, specialmente se il meccanismo diventa routine per contenuti preregistrati.
La Determina 125/25/DDA rappresenta un passo significativo nella lotta alla trasmissione illegale di contenuti TV in Italia: X Factor può ora essere oggetto di blocchi rapidi analoghi a quelli ideati per lo sport, e i provider hanno una base normativa più solida per intervenire tempestivamente. Tuttavia, l’estensione di questi strumenti solleva questioni pratiche e di garanzia: efficacia sì, ma con la necessità di evitare errori tecnici e di salvaguardare servizi legittimi.
Fonte: AGCOM









