Secondo Tonda Ros, sviluppatore di Dogubomb, Blue Prince non riceverà un sequel e resterà un progetto completamente autonomo. Ros ha spiegato che preferisce che ogni suo gioco sia un’opera a sé stante, piuttosto che costruire una serie.
Un’opera concepita come singolo capolavoro
Per Ros, Blue Prince è “un’opera d’arte in un unico gioco”, non qualcosa da trasformare in franchise. Nonostante l’universo narrativo ricco di misteri, guerre politiche e genealogie, non ha intenzione di usare il titolo “Blue Prince” per un seguito diretto.Ciò non significa che il mondo non possa tornare: potrebbero esserci altri giochi ambientati nello stesso universo, ma saranno storie indipendenti e con nomi diversi.
La scelta dell’ultima patch
Ros ha dichiarato che il suo impegno per Blue Prince si concluderà con l’aggiornamento significativo 1.10, dopo il quale saranno rilasciati solo fix correttivi. Desidera offrire ai giocatori un’esperienza completa senza ricorrere a DLC o contenuti episodici.
Il fascino dell’enigma irrisolto
Anche senza un sequel, non tutti i misteri del gioco sono stati risolti. Ros ha detto che alcune parti rimarranno volutamente ambigue, perché l’incertezza è una componente fondamentale dell’atmosfera. Tra questi enigmi ci sono riferimenti a un gatto scomparso e a una sala giochi non funzionante: elementi che verranno inseriti nell’ultimo aggiornamento, ma senza una spiegazione definitiva.
Perché ha scelto di non fare un seguito
Ros ammette che dal punto di vista commerciale sarebbe stato più facile creare Blue Prince 2, dato il successo del gioco. Tuttavia, ritiene che fare un seguito rappresenti una trappola creativa: anzi, preferisce esplorare generi diversi piuttosto che restare vincolato a un franchise. Ha già diverse idee in mente per il futuro, tra cui un gioco multiplayer puzzle e un metroidvania, molto distanti tra loro.
Un’eredità che vive al di là del nome
Sebbene non ci sarà un sequel vero e proprio, l’eredità di Blue Prince può continuare attraverso giochi futuri ambientati nel suo stesso universo. Questa scelta riflette un approccio autoriale, in cui la libertà creativa viene messa al primo posto rispetto al potenziale commerciale di un franchise.
Fonte: PC Gamer
