Compie oggi 80 anni il coniglio più famoso della storia della televisione. Scaltro, ironico, birbante: Bugs Bunny spegne le sue ottanta candeline sulla torta e si riconferma, a un passo dal secolo completo, una leggenda intramontabile.
Bugs Bunny è un personaggio immaginario della serie a cartoni animati Looney Tunes; venne ideato nel 1938 da un gruppo di autori comprendente Ben “Bugs” Hardaway, il quale creò una prima versione per il cortometraggio Porky’s Hare Hunt, Bob Clampett, Tex Avery, il quale ne sviluppò la personalità definitiva nel 1940, Robert McKimson, che ne creò l’aspetto grafico definitivo, Chuck Jones e Friz Freleng.
Secondo Mel Blanc, il suo doppiatore americano, l’accento è una miscela paritaria di quello del Bronx e di quello di Brooklyn. In Italia era conosciuto inizialmente come Bubi Balzello, Lollo Rompicollo e Rosicchio, ma in seguito si è affermato l’uso del nome originale.
Se vi siete sempre chiesti da dove possa derivare il suo nome, sappiate che nella lingua inglese “Bugs” o “Bugsy” è un sinonimo di “pazzo”. Durante gli anni della seconda guerra mondiale, Bugs Bunny era una figura leggendaria per la gente, un simbolo di grande forza capace di vincere qualunque avversità, nonostante le minime probabilità di riuscita, soltanto grazie al proprio ingegno.
Bugs Bunny è noto per la sua celebre battuta “Che succede, amico?” (“Ehm… What’s up, doc?” nell’originale) e i suoi scontri con altri personaggi come Taddeo, Yosemite Sam, Marvin il Marziano, ma anche Daffy, Rocky e Mugsy, Beaky Buzzard, Hazel e Wile E. Coyote, quando questi non è alle prese con Beep Beep; da questi scontri esce spesso vincitore, cosa particolarmente frequente nei film diretti da Chuck Jones, che amava mettere in gara “vincenti” e “perdenti”.
Preoccupato che il pubblico potesse perdere simpatia per un aggressore che vinceva sempre, Jones trovò il modo perfetto per rendere Bugs simpatico facendo sì che i suoi antagonisti usassero ripetutamente minacce, sbruffonate e scorrettezze; offeso in questo modo (solitamente tre volte) Bugs affermava di solito “Naturalmente, ti rendi conto che questo significa guerra” (una battuta ripresa da Groucho Marx) e il pubblico dava a Bugs il suo tacito assenso alla rappresaglia.
Molti storici dell’animazione ritengono che Bugs sia stato influenzato da un precedente personaggio Disney, Max Leprotto (comparso anche in alcuni numeri di Topolino). Max, disegnato da Charlie Thorsen, apparve per la prima volta nel cartone animato delle Sinfonie allegre La lepre e la tartaruga (The Tortoise and the Hare), diretto da Wilfred Jackson. La storia, basata sulla favola di Esopo, vedeva Max contro la tartaruga Toby, e vinse l’Academy Award per il miglior cartone animato del 1934.
L’unico collegamento concreto tra Max e Bugs, tuttavia, è Charlie Thorsen, che fu responsabile del ridisegno di Bugs da bianco a grigio per la sua terza apparizione in Cose da pazzi (Hare-um Scare-um), che ne determinò anche la somiglianza con Max.
Bugs Bunny, ovviamente, è destinato a tornare in pompa magna anche nell’attesissimo Space Jam 2, seguito del cult d’animazione in cui Lebron James sarà protagonista.
Fonte: Wikipedia