Il processo di acquisizione di Activision-Blizzard da parte di Microsoft non sembra destinato a concludersi nel breve periodo. La CMA, ha infatti dato il via libera alla “Fase 2” di un lungo processo di indagini. Scopo delle indagini è quello di verificare che l’acquisizione di Microsoft non possa danneggiare la concorrenza. Non tutti però sembrano pensarla come la CMA. Dopo l’intervento della Camera di Commercio USA, arriva ora l’ITIF a smontare parecchie delle affermazioni dell’antitrust britannica, in particolare quelle legate a Call of Duty.
L’Information Technology & Innovation Foundation ha infatti pubblicato un’interessante analisi sulla tanto discussa acquisizione di Activision Blizzard. L’istituzione con sede a Washington sottolinea che quanto affermato dalla CMA sui possibili danni che l’acquisizione potrebbe causare è sbagliato sotto diversi profili.
A sostenere la propria tesi l’ITIF cita una precedente acquisizione di Microsoft del tutto analoga a quella presa ora in considerazione, quella di Mojang. “Quando ha annunciato l’acquisizione di Mojang, Microsoft si è impegnata a continuare a rendere Minecraft disponibile su tutti i dispositivi concorrenti, compresa la PlayStation di Sony. Ad oggi, Microsoft ha rispettato tale impegno. Il fatto che Microsoft non abbia precluso a Sony non sorprende, considerando la popolarità di Minecraft e l’ampia quota di vendite di console di Sony. Microsoft ha correttamente stabilito che il costo dell’esclusione sarebbe stato superiore ai benefici. Non dobbiamo aspettarci che il calcolo sia diverso per quanto riguarda Call of Duty, per il quale Microsoft si è impegnata a continuare a mettere Call of Duty a disposizione di Sony“.
“Invece di concentrarsi sulla condotta di Microsoft in relazione a Minecraft, la CMA guarda il comportamento di Microsoft in relazione all’acquisizione di titoli di gioco di minor valore. La CMA conclude che: ‘Microsoft ha perseguito questa strategia quando ha acquisito contenuti di valore di gran lunga inferiore rispetto ai giochi di Activision Blizzard, e quindi molto meno propensi a dirottare i clienti verso la sua console“.
Secondo l’ITIF Microsoft non avrebbe dunque alcun motivo per rendere Call of Duty un’esclusiva Xbox. Come spiegato, i costi per una manovra del genere sarebbero sicuramente maggiori dei possibili guadagni.
Infine per quanto riguarda i timori relativi a Xbox Game Pass l’ITIF spiega che “i servizi in abbonamento multi-gioco sono uno strumento sempre più popolare. Sia Sony che Microsoft, così come altri, offrono servizi simili. In generale, i giochi più popolari o più recenti tendono a non essere accessibili tramite questi abbonamenti, tuttavia Microsoft adotta questa strategia con Xbox Game Pass e prevede di includere nel proprio servizio anche i titoli Activision dopo la fusione“.
Fonte: ITIF