Call of Duty: Modern Warfare 3, Activision riesuma Makarov
Come anticipato dalla scena post-credit di MW2 prima e dagli eventi di Warzone poi, in Call of Duty Modern Warfare 3 l’intreccio narrativo ruota tutto intorno alla figura di Vladimir Makarov, un pericoloso terrorista con un’ossessione maniacale per i dettagli che l’ha spinto a elaborare un piano perfetto per mettere in ginocchio l’Urzikstan e tutti i suoi alleati.
Nemmeno a dirlo, il pericoloso gas sottratto nell’evento estivo di Warzone ricopre un ruolo centrale nel racconto, poiché rappresenta la principale arma attraverso la quale questo folle personaggio punta a raggiungere il suo scopo. Spetterà quindi all’intera Task Force 141procedere con una serie di operazioni in giro per il globo atte a sventare una volta per tutte questi piani.
Si tratta di una trama assai prevedibile e con pochissimi colpi di scena, senza contare il finale inconcludente che lascia in sospeso molte questioni. Tra gli aspetti migliori della storia troviamo sicuramente Makarov, villain ben caratterizzato che riesce a farsi odiare per la sua spietata genialità, uno di quelli da cui ci si può aspettare qualsiasi scorrettezza. Il problema è che un antagonista così rimare per la maggior parte della campagna nell’ombra. Mentre per gli altri personaggi della storia abbiamo i soliti: Soap, Price, Ghost e soci. Gli appassionati avranno quindi di che rallegrarsi, sebbene il tempo trascorso in loro compagnia sia meno di qualità rispetto al passato.
Trama prevedibile, con pochi colpi di scena
Call of Duty Modern Warfare 3 è un prodotto che osa di meno rispetto ai suoi predecessori e, complessivamente, offre molta meno azione adrenalinica in confronto agli standard della serie. Con questo non vogliamo affermare che la campagna sia del tutto priva di momenti interessanti e, tra le quattordici missioni disponibili, ve ne sono diverse in linea con quanto affrontato negli altri episodi.
In fase di marketing, Activision ha spinto moltissimo sulle cosiddette Open Combat Mission, ossia missioni della campagna caratterizzate da un’impostazione meno lineare ed ambientate in mappe liberamente esplorabili, nonché la possibilità di segreti nascosti. Sulla carta, l’idea sembrava interessante e si ipotizzava addirittura che potesse diventare uno standard per le future componenti single player della serie.
È bastato però completarne un paio per comprendere quanto fosse limitata questa novità. Sembra quasi che le Open Combat Mission siano un pretesto per creare atti riempitivi a prolungare una campagna non particolarmente longeva e pensata in origine come mera espansione di MW2.
Vi ricordiamo infatti che quella di Call of Duty Modern Warfare 3 è probabilmente la modalità storia più breve dell’intera serie, salvo morti ripetute, è possibile arrivare ai titoli di coda in meno di quattro ore, con la mancanza dei Trofei per il Platino, su PS5, ne risente anche la rigiocabilità.
In maniera del tutto inattesa, abbiamo notato un downgrade dei filmati d’intermezzo, solo alcuni mantengono gli standard elevati visti in Modern Warfare 2, invece altri presentano una qualità più bassa, specialmente per quanto riguarda i dettagli dei volti.
Il gameplay di Call of Duty Modern Warfare 3 non presenta novità sostanziali, rispetto al precedente capitolo se non che il movimento ed il gunplay sono più fluidi.
Spesso all’inizio delle missioni nell’inventario troviamo armi già impugnate negli scorsi capitoli, e vale anche per gli equipaggiamenti trovabili nelle aree di gioco. Avremmo preferito armi ed equipaggiamenti inediti fatti per la campagna.
Il cuore dell’esperienza di Call of Duty: Modern Warfare 3 è nel multiplayer
Di seguito andremo a trattare i punti principali che secondo noi influiscono nel bene e nel male sul comparto multiplayer.
Progressione
In questo capitolo è stato suddiviso in due parti, ovvero una parte rimasta sullo sblocco dato da xp procurati in gioco, mentre l’altra è basata su sfide giornaliere/settimanali. La seconda ha portato un pò di polemica, soprattutto da chi voleva sbloccare tutto il più velocemente possibile, dal dover aspettare più tempo del previsto perché limitati da queste sfide a tempo.
Movement
Tutte le tipologie, incluso lo slide cancel, sono tornate. Inoltre a dare manforte al miglioramento è anche dato da una serie di modifiche meno esplicite che però hanno reso ogni singolo aspetto più fluido: mirare, sparare, scivolare, arrampicarsi e muoversi sono tutte azioni che risultano più fluide rispetto al passato.
Mappe. Il ritorno delle classiche
16 mappe rimasterizzate dell’originale Modern Warfare 2. È indiscutibile che tale scelta porti a pensare ad una certa pigrizia da parte degli sviluppatori. Esiste però anche l’altra faccia della medaglia, visto che parliamo delle arene più amate dai fan di lunga data. Con buona probabilità, qualsiasi giocatore incallito di Call of Duty sceglierebbe un multiplayer strutturato in questo modo piuttosto che un altro capitolo fatto di mappe che cadranno nel dimenticatoio nel giro di poco.
Va inoltre ricordato il ritorno dei puntini rossi che appaiono sulla mappa quando un avversario spara con un’arma non silenziata, così da rendere più semplice comprendere la posizione dei nemici e muoversi di conseguenza.
Carry Forward
La presenza di questa funzionalità ha sicuramente i suoi vantaggi, poiché dà un valore aggiunto agli acquisti in game effettuati dai giocatori nell’ultimo anno, che consiste nel poter portare tutti gli operatori e gli strumenti di morte legati a Warzone e MW2 nel nuovo capitolo.
Nel complesso, secondo noi, l’esperienza multiplayer di questo Call of Duty Modern Warfare 3 è la migliore tra quelle viste negli ultimi anni.
Modalità Zombie, il ritorno di un must
In giro per l’Urzikstan, la futura mappa di Warzone, dovremo farci largo tra zombie, cani infernali e zombie speciali conoscuti dalle precedenti edizioni della modalità al fine di completare contratti e accumulare tutte quelle risorse utili a potenziarci. I punti cardine della classica modalità zombie sono rimaste ovvero le “bibite speciali” e il pack-a-punch.
Come base di tutto troviamo il gamplay che ci era stato introdotto dalla modalità DMZ, in cui l’interfaccia è pressoché identica a quella della modalità in stile extraction shooter, in cui potremo gestire le risorse ottenute in precedenza e avviare così una nuova partita con un piccolo vantaggio, che si tratti di armi potenziate o di bevande che forniscono power-up. Inoltre è stato recuperato anche il sistema degli obbiettivi e delle missioni, queste ultime porteranno il giocatore a migliorare il proprio equipaggiamento di partenza da una a tre armi, ed infine a conoscere la storia di questa modalità.
Una delle cose che ha fatto sicuramente storcere il naso, agli appassionati della modalità classica di zombie, sicuramente è data dal timer di 40 minuti che “obbliga” a concludere la partita da li a breve, questo comporta ad una riduzione del lato competitivo, nel quale ci si sfidava a fare più round possibili. Sebbene il riciclo sia sotto gli occhi di tutti, dobbiamo sottolineare che questa inaspettata fusione funziona piuttosto bene.
Per far si che abbia una durata più longeva possibile ci si aspetta molto dai futuri aggiornamenti, ad esempio variazioni/cambi di mappa e quest relative in base alla stagione, cambiamenti alle armi speciali, il che darebbe quella sensazione di novità.