Canone Rai: si pensa alla svolta. Dal 2024 via dalla bolletta per la corrente elettrica. Si valutano alternative

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È una delle tasse più dibattute dagli italiani. Il Canone Rai non ci saluterà tanto presto ma l’esecutivo pensa a come toglierlo dalla bolletta. La ‘tassa sul possesso di apparecchiature radiotelevisive’ (introdotta con gli art. 1 e 2 R.D.L. 21-2-1938 n. 246) è la voce di spesa che più indispettiva gli utenti. A partire dal 2016 (articolo 1, commi da 152 a 159, legge n. 208 del 2015) il ‘canone’ è stato trasferito sulla bolletta per l’utenza elettrica. La mossa del fu governo Renzi ottenne un doppio effetto: abbattimento dell’evasione ma ulteriore insofferenza da parte di molti che, pur non possedendo un apparecchio televisivo o non fruendo del servizio pubblico (per scelta o difficoltà tecniche) trovava comunque una voce aggiuntiva da pagare in bolletta.

Ora, a quanto pare, le cose potrebbero cambiare. Come annunciato dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti – riporta il portale Money.it, link in fondo – l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è intenzionato vedere alcune alternative. La ricerca di una soluzione altrettanto efficace – seppur ‘antipatica’ per molti – rispetto a quella adottata dall’allora esecutivo targato Renzi non sarà semplice.

Eppure la strada, annuncia Giorgetti, pare sia già tracciata e verrà percorsa a partire dal 2024. Il motivo, spiega il portale specializzato è da ricercare non solo nell’intenzione di dare seguito alle promesse elettorali (che però, secondo il ministro per le infrastrutture e i trasporti Matteo Salvini prevederebbero la totale eliminazione del Canone Rai, strada difficilmente percorribile) ma anche la necessità di dare seguito alle richieste comunitarie di eliminare dalle bollette elettriche quelle voci ritenute ‘improprie’.

Al momento è quasi impossibile pensare a una eliminazione in toto del Canone Rai. Per la TV pubblica italiana si tratta di introiti che superano il miliardo e mezzo di euro annui. Il resto dei finanziamenti provengono dagli investimenti pubblicitari (che si concentrano ovviamente nei periodi e sui programmi di maggior interesse, come Sanremo) e dai finanziamenti statali.

Fonte: Money.itMoney.it#2