Chibi Robo è una di quelle storie particolari, una di quelle per cui ci si chiede “ma com’è potuta finire? Stavano così bene insieme!”.
Già, perché il titolo esordisce su GameCube nel lontano 2006 per noi europei, quando l’Italia si apprestava di lì a poco a diventare Campione del Mondo e quando la console esalava ormai gli ultimi respiri, pronta a lasciare posto al ben più fortunato successore, Wii.
Il concept del titolo era estremamente interessante: nei panni di un piccolo robot di metallo, il nostro compito era quello di farsi strada nella casa della famiglia Sanderson e portare a termine i vari incarichi che ci venivano assegnati; la natura platform 3D del gioco rendeva entusiasmate fare squadra con i giocattoli abitanti della casa per superare i diversi ostacoli che si frapponevano tra Chibi Robo e l’obiettivo.
intendo ha ben pensato di aggiungere dei potenziamenti per la spina, rendendola più lunga o capace di rimbalzare contro i muri.
La peculiarità del robottino stava nella presa della corrente attaccata allo stesso, necessaria per ricaricare le pile nel momento del bisogno; il gioco poi era realizzato sotto la supervisione di Shigeru Miyamoto, potete immaginare quindi (se non avete avuto la fortuna di giocarci) quanto fosse particolare l’idea di questa piccola perla uscita su GameCube, che ha saputo riscontrare i favori della critica ma che, come spesso accade per i giochi scaturiti da idee geniali, ha venduto poco.
Graficamente siamo ben distanti dalle migliori produzioni per la portatile Nintendo, ma vista la natura del titolo, apertamente “giocosa”, vien da pensare che si tratti di una scelta stilistica ben precisa.
Cos’è successo dopo? Beh, dopo c’è stato il declino totale: un malriuscito seguito per Nintendo DS venduto solo nei Wal Mart americani (?), un porting del primo capitolo su Wii destinato unicamente al Giappone e un disastroso spinoff incentrato su un minigioco fotografico uscito l’anno scorso non hanno reso omaggio al primo episodio, facendo sprofondare la serie negli abissi del dimenticatoio, almeno fino a ora, quando in un’afosa giornata milanese siamo riusciti a provare Chibi Robo! Zip Lash.
Nintendo cerca di far ripartire la serie grazie a un nuovo capitolo per Nintendo 3DS in stile platform 2D: questa volta il nostro piccolo amico dovrà avanzare tramite livelli a scorrimento orizzontale abbattendo nemici alieni e lanciandosi qua e là con la sua fidata spina della corrente, che in questo sequel assume un ruolo fondamentale per l’economia del gameplay, oltre alla consueta funzione di ricarica.
Nel livello che abbiamo testato, infatti, utilizzarla a mo’ di rampino è stato necessario per avanzare, puntandola e lanciandola contro appigli prestabiliti sui quali il piccolo robot potrà arrampicarsi: per non rendere il tutto monotono, Nintendo ha ben pensato di aggiungere dei potenziamenti per la spina, rendendola più lunga o capace di rimbalzare contro i muri, in modo da creare traiettorie capaci di raggiungere qualunque appiglio.
Proseguendo nello stage che ci è stato concesso di giocare, non abbiamo potuto fare a meno di notare come sia stato riempito di attività secondarie piuttosto divertenti, come il recupero di un baby-alieno indifeso e il suo successivo “lancio” verso l’astronave dei genitori; oppure un portale segreto nascosto dietro un muro frantumabile, il quale ci poneva di fronte a un simpatico personaggio secondario che ci dava appuntamento alla release completa del gioco, in aggiunta ai soliti collezionabili da recuperare negli angoli più nascosti del livello.
Non poteva mancare, ovviamente, l’amiibo dedicato al gioco, e Nintendo non si è fatta sfuggire l’occasione per produrne uno che verrà venduto solo in bundle con il titolo.
Tutte queste attività vengono conteggiate al completamento dello stage, fruttandoci bonus (o malus, se invece di salvare gli obiettivi decidete di mandarli all’altro mondo) e determinando un punteggio finale derivato anche dal tempo impiegato, da quante volte siamo morti e così via.
Graficamente siamo ben distanti dalle migliori produzioni per la portatile Nintendo, ma vista la natura del titolo, apertamente “giocosa”, vien da pensare che si tratti di una scelta stilistica ben precisa, che comunque non va a inficiare in alcun modo il buon lavoro svolto sui modelli del protagonista e dei personaggi secondari che abbiamo potuto vedere: rivedibili forse soltanto gli elementi che fanno da sfondo ai livelli, anche se abbiamo potuto giudicare vedendone solo un paio.
Non abbiamo potuto fare a meno di notare come sia stato riempito di attività secondarie piuttosto divertenti.
Non poteva mancare, ovviamente, l’amiibo dedicato al gioco, e Nintendo non si è fatta sfuggire l’occasione per produrne uno che verrà venduto solo in bundle con il titolo: facendolo interagire con la console il nostro eroe si trasformerà in Super Chibi Robo, dotato di spina molto più potente del normale; la statuetta salirà di livello in base ai punti guadagnati alla fine di ogni stage, permettendo di sbloccare oggetti esclusivi in game.
In definitiva, Chibi Robo! Zip Lash promette bene, noi siamo abbastanza esaltati all’idea di mettere le mani sull’amiibo dedicato (ok, forse siamo un po’ troppo innamorati delle statuette Nintendo…) e poter giocare a quello che sembra essere un platform 2D divertente e ben realizzato. Mancano ancora diversi mesi all’uscita, fissata per un imprecisato giorno di novembre in Europa, periodo in cui potremo finalmente riattaccare la spina alla serie, questa volta, si spera, con successo.