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Cities Skylines Xbox One Edition – recensione

1 Elezioni anticipate?

Dopo aver venduto qualcosa come oltre 3,5 milioni di copie, Cities Skylines decide di fare il grande passo e approdare su console. I puristi del genere forse storceranno il naso, faticando a immaginare un titolo che fa dell’accoppiata “mouse + tastiera” la propria punta di diamante a proprio agio anche con un semplice controller, ma non dimentichiamo che, qualcosa come trent’anni fa, giocavamo senza problemi a Sim City su Nes, dunque avviciniamoci a questa conversione senza troppi preconcetti per la testa…

2 In principio fu Will Wright

Se da un lato il successo di Cities Skylines stride con il flop della saga originale patrocinata da EA, quella cioè che diede origine a decine e decine di cloni e che ha comportato persino la chiusura dello studio di Maxis Emeryville, dall’altro possiamo intuire che il mercato videoludico non si è affatto stancato degli city builder. Solo che pretende ancora qualità.
Da questo punto di vista, Cities Skylines è sicuramente un prodotto solido e ben pensato. Se avete giocato il titolo su PC saprete di cosa stiamo parlando, perché la versione Xbox One Edition non se ne discosta affatto. Se ve lo siete perso, allora sappiate che il gioco di Colossal Order (riadattato su console da Tantalus) è quanto di più classico ci possa essere e vi chiede di calarvi negli abiti griffati di un sindaco statunitense che decide di dar vita alla più grande speculazione immobiliare della storia. Proprio come nel gioco ideato da Will Wright, insomma.
Tutto inizia scegliendo il terreno su cui posare la prima pietra: se siete furbi sarà attraversato da uno o più corsi d’acqua. Imparate dalla storia: Ittiti, Assiri e Babilonesi avevano il Tigri e l’Eufrate, l’Egitto il Nilo, Roma il Tevere, Pagigi la Senna, Londra il Tamigi… Questo vorrà dire qualcosa, no?

Speravamo che gli sviluppatori adottassero un sistema migliore per sopperire all’assenza del mouse.

Scelta la “location”, si darà il via alla costruzione delle prime case. Le classiche villette a schiera della periferia americana. Collegate tra loro dalle prime strade, le vedrete animarsi: qualcuno avrà già deciso di trasferirsi! Tempo due minuti, e sul social cittadino – una sorta di Twitter tramite il quale vi giungeranno tutte le lagnanze dei cittadini – piomberanno le prime lamentele: mancano acqua ed elettricità. Ecco perché è consigliabile avere un fiume a due passi dalla città: potrete saccheggiare la natura costruendo centrali idroelettriche e tubature, senza spendere un capitale in tubazioni e tralicci per allacciare ogni edificio al sistema. Risolto questo primo inghippo, non vi ci vorrà molto per comprendere che il paesino che avete sotto il naso non decollerà senza i due poli perno del capitalismo moderno: l’industria in cui impiegare gli abitanti e un centro commerciale per far girare l’economia. Compiuti anche questi passi, la vostra cittadina inizierà a marciare quasi in autonomia…

3 Com’è viva la città…

Cantava Giorgio Gaber. “Com’è allegra la città”. Non passerà molto prima che il vostro centro abitato inizi ad avere dimensioni soddisfacenti. Lì compirete la prima vostra evoluzione, passando da semplice palazzinaro a sindaco vero e proprio. A un certo punto, infatti, le finanze del comune inizieranno a boccheggiare: espandere ulteriormente i quartieri significherebbe solo creare altro debito pubblico. Se non vorrete fare la fine di Atene, inizierete il balletto della imposizione fiscale: tasse elevate vi garantiranno un gettito forte e sicuro nel giro di poco tempo, ma accresceranno il malumore tra i cittadini e rischieranno persino di spopolare interi quartieri. Per scampare dal rischio di masse isteriche davanti al municipio, dovrete allora bilanciare bene le cose. Insomma, non ci vuole certo una laurea per capire che un bravo sindaco investe bene i soldi della collettività, e che la gente è più felice di compilare il 730 se è consapevole che la propria pecunia sarà investita in cose davvero utili come: scuole, commissariati di polizia, caserme dei pompieri, ospedali, bus e metro all’avanguardia. Ignorate anche solo una di queste strutture e vedrete intere periferie affogare nella criminalità, nel traffico o, peggio, nelle epidemie.
Se volete insomma che la vostra cittadina sia viva e allegra come quella cantata dal grande Gaber, spendete oculatamente i pochi soldi a disposizione in opere pubbliche, tenendo però ben a mente una cosa: ogni stazione di polizia in più, ogni ospedale nuovo, ogni km di metro, sarà una ulteriore voce di spesa che si aprirà nel già barcollante bilancio cittadino.

Si segnala la presenza, già nel gioco base, del primo DLC: “After Dark”.

A questi punti vi chiederete se sia possibile raggiungere un equilibrio. Probabilmente no: perché da che mondo e mondo i vostri elettori vorranno sia nuove opere pubbliche sia meno tasse. Riuscire a bilanciare le due cose, nel vano tentativo di raggiungere una quadratura del cerchio di fatto impossibile, è però il vero divertimento del gioco. Lo scopo, cioè, che vi farà accendere la console per giocare a Cities Skylines – Xbox One Edition. In realtà pare solo questione di ore se non di settimane prima che tutto si accartocci su se stesso e faccia la fine della cività sull’isola di Pasqua. Ciò che un attimo prima era fiorente, un attimo dopo è un vero e proprio cimitero. Succedeva già con Sim City. Succede meno nel titolo di Colossal Order. Però succede. E si ha sempre la sensazione di essere lo sfortunato equilibrista di un sistema destinato a crollare. Essere bravi non risolve il problema, ma rimanda la fine. Questo potrebbe non piacere a tutti, ma rinviare il più possibile il game over, come in Tetris o nei vecchi arcade di una volta, è pure il solo obiettivo ludico previsto dalle meccaniche di gioco. Se non fosse così, espandere senza limiti la città sarebbe di una noia mortale…

4 Una città senza topi…

Sarebbe forse il sogno di ogni romano. Invece qui l’assenza del “topo”, ovvero del mouse, si fa sentire eccome. E non è un bene. Abbiamo aperto la recensione parlando del fatto che i puristi potrebbero storcere il naso all’approdo su console di un gioco nato su PC. Speravamo che gli sviluppatori adottassero un approccio convincente per sopperire all’assenza dell’accoppiata “mouse + tastiera”. Invece si sono purtroppo limitati a rendere lo stick del controller una sorta di mouse, finalizzato quindi a muovere un puntatore. Funziona? Ovviamente poco e male, perché il controller non è un mouse. Apprezziamo il fatto che il cursore venga calamitato verso le icone e gli altri elementi interattivi senza costringerci quindi a lavorare di precisione per raggiungere l’icona desiderata, ma Tantalus poteva fare molto di più, soprattutto considerato che l’interfaccia di Cities Skylines ricorda quella di Photoshop: presenta cioè tantissime icone che, una volta cliccate, vi permettono di compiere azioni differenti. Tutto, insomma, passa dal curore, e se il sistema non è agevole, è facile iniziare a maledire il gioco.

Stupisce che un titolo come Sim City possa piacere tanto oggi come trent’anni fa.

Per fortuna si arriva di rado al lancio del controller verso il televisore, ma credeteci quando vi diciamo che disegnare il percorso di un bus o di un treno può essere una azione in grado di esaurire le riserve di pazienza anche a Giobbe.
D’altro canto è invece apprezzabile l’inserimento di alcuni menu radiali e una ottimizzazione dell’interfaccia originale che ha portato al parziale rifacimento di diverse cartelle, puntando quindi alla comparsa a schermo di un minor numero di voci a favore delle sottocartelle.
Parlando poi delle novità della versione Xbox One Edition, si segnala la presenza, già nel gioco base, del primo DLC: “After Dark” studiato per potenziare la gestione della vita notturna della vostra megalopoli. E gli altri pacchetti visti negli ultimi due anni? Non pervenuti, per il momento.
Sul fronte tecnico, valgono invece i discorsi fatti già in sede di recensione dell’edizione PC: il prodotto è tutto sommato solido, ma graficamente non troppo accattivante. Sim City aveva tutt’altro appeal, inutile negarlo. In più il frame rate barcolla vistosamente quando zoomate troppo e ciò peggiora di notte, con strade ed edifici che si accendono e il traffico cittadino che, invece di mandare in tilt le tangenziali, mette in difficoltà il motore del gioco. Di certo si poteva fare molto di più, soprattutto considerato il fatto che il livello di dettaglio non è così alto.

5 Conclusioni

Stupisce che un titolo come Sim City possa piacere tanto oggi come trent’anni fa. Invece è proprio così. Certo, di passi in avanti ne sono stati fatti e Cities Skyline – Xbox One Edition è ben più avvolgente e profondo del city builder che magari alcuni tra voi avranno giocato anche sul vecchio Nes, ma il nucleo resta quello del titolo ideato da Will Wright ed è in grado di divertire nel 2017 proprio come allora.
Il gioco firmato dai ragazzi di Colossal Order è intelligente, intrigante e ben progettato. La conversione su console operata da Tantalus non è all’altezza delle aspettative, ma l’assenza di rivali fa sì che il prodotto distribuito da Koch Media resti comunque imprescindibile per gli amanti del genere.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8
cities-skylines-xbox-one-edition-recensione<strong>PRO</strong><br> Un ottimo gioco per PC, ora su console<br> Profondo e longevo<br> Prezzo accessibile<br> <strong>CONTRO</strong><br> La mancanza del mouse si fa sentire<br> Motore tecnico traballante<br> Dopo 2 anni dall'originale, solo un DLC incluso?<br>

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